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Cronaca

Il turismo sulle spiagge scoppia di salute: 753 milioni dagli stranieri, crescita a 2 cifre

In tutta la provincia di Venezia introiti per 3 miliardi, +14,9% rispetto all'anno precedente. Risultati della conferenza "L'Italia e il turismo internazionale" di Ciset Ca' Foscari

Turismo a gonfie vele in tutto il Veneto, provincia di Venezia compresa. E dati in aumento, in generale, nell'intera penisola. Buone notizie dalla XVI conferenza "L’Italia e il turismo internazionale. Risultati e tendenze per incoming e outgoing nel 2015", organizzata da Ciset, università Ca' Foscari di Venezia in collaborazione con la Banca d’Italia, svoltasi venerdì. Il dato che salta subito all'occhio è quello relativo all'afflusso di entrate valutarie turistiche dall’estero, che nella provincia di Venezia si attesta su 3.105 milioni di euro, +14,9% rispetto all'anno precedente. In testa si conferma Roma (6.191 milioni, +3,6%); bene anche Napoli (1.376 mln, +17,9%), Milano (3.427 mln, +9,9%) e Firenze (2.460 mln, +5,2%), mentre la spesa in provincia di Verona è rimasta pressoché stabile (1.211 mln, +0,2%).

Il totale della spesa internazionale in Veneto è di 5,2 miliardi di euro, +8% rispetto al 2014. Nella regione la spesa media procapite giornaliera raggiunge i 100 euro. 2,3 miliardi la spesa nelle destinazioni culturali (+12,8%). Ottime dinamiche per il turismo balneare sul litorale veneto: 753 milioni, ovvero il 19% del totale vacanza, anche qui crescita a due cifre. Positivo il mercato tedesco (+8,7 della spesa, 1,1 miliardi, un quinto di tutta la spesa tedesca in Italia), incremento oltre +8% anche per Regno Unito e a due cifre per Usa e Giappone (oltre +20% della spesa). Negative invece le entrate da Cina e Russia (da -20 a -30%), mentre resiste il Brasile, in controtendenza rispetto dato nazionale.

IL TURISMO DA E VERSO L’ITALIA NEL 2015: ANDAMENTO E SPESE  - SINTESI INTERVENTI I SESSIONE

Nella sua relazione introduttiva, Simonetta Zappa di Banca d’Italia ha illustrato le tendenze generali per il 2015 delle spese da turismo internazionale. L’anno si è chiuso con un aumento (+3,8%) delle spese dei viaggiatori stranieri in Italia, per un importo complessivo pari a 35.556 milioni di euro, confermando l’andamento positivo evidenziatosi nel 2014 (in cui la crescita era stata del 3,6%). Tale andamento ha interessato tutte le principali macro-aree italiane di destinazione. Tra le province, quella con il maggior afflusso di entrate valutarie turistiche dall’estero si conferma Roma (6.191 mln), per cui prosegue, sebbene a ritmi più contenuti (+3,6%), l’espansione degli ultimi anni. Ma quasi tutte le altre principali province fanno registrare variazioni positive: Napoli (spesa complessiva: 1.376 mln, +17,9%), Venezia (3.105 mln, +14,9%), Milano (3.427 mln, +9,9%) e Firenze (2.460 mln, +5,2%), mentre la spesa in provincia di Verona è rimasta pressoché stabile (1.211 mln, +0,2%). Guardando ai paesi di origine, aumentano gli introiti sia dai paesi della UE (+5,2%) sia dai paesi extra-UE (+2,0%). La Germania si conferma la nazione che alimenta le maggiori entrate per turismo in Italia (15% del totale), con un aumento del +6,6% rispetto al 2014. In aumento anche gli introiti da Regno Unito (+13,3%) e Francia (+10,3%), mentre tra i paesi extraeuropei in crescita le spesa dai tradizionali bacini di provenienza, come Stati Uniti (+6,1%) e Svizzera (+3,2%).

Esaminando la dinamica dei flussi outgoing, le spese degli italiani per viaggi all'estero (in totale 22.012 milioni di euro) hanno continuato la tendenza positiva iniziata nel 2014, con un aumento dell’1,4% rispetto all’anno precedente. La spesa turistica in uscita, in termini reali, resta comunque inferiore ai valori pre-crisi. Si evidenziano variazioni positive per tutte le principali destinazioni dei viaggiatori italiani, in particolare per  Regno Unito (+11,2%), Stati Uniti (+7,4%), Francia (+6,7%), Spagna (+6,6%) e Slovenia (+6,1%); sono risultate invece in calo le spese degli italiani in Germania (-3,8%), Cina (-3,1%) e Svizzera (-2,5%).

Con riferimento all’economia turistica, i dati presentati da Mara Manente del CISET mostrano una significativa tenuta del turismo internazionale, che si è tradotta in 37,6 miliardi di valore aggiunto (sia effetti indiretti che indotti). L’incremento di ricchezza prodotta è pari a circa il +2,4% reale, contro un aumento del PIL italiano di +0,6%. Le entrate per turismo internazionale trainano il settore e l’intera economia nazionale, con una dinamica (+3,8%) in linea con quella dell’export complessivo, sostenuto dalle ottime performance del comparto agricolo (+11%) e alimentare (+6,5%). Focalizzando l’attenzione sull’economia turistica regionale, la ricchezza generata dal turismo rimane polarizzata nelle prime 5 regioni turistiche (Lazio, Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna), che concentrano il 67,5% della spesa dei turisti internazionali ed il 63% del valore aggiunto turistico. Si rafforzano le quote di spesa e di ricchezza prodotta dal turismo nelle regioni del Sud, rispettivamente il 14,4% e il 18,4%. A questi risultati corrispondono performance territoriali differenziate, ma con alcuni tratti comuni: il trend positivo del fatturato generato dal turismo balneare (+7%, pari a 4,4 mld di euro); il successo della vacanza verde e attiva (+13%, con una spesa che supera 1,6 mld di euro) e la solidità del turismo culturale tradizionale (+2,6% sia per la spesa che per le notti, con un fatturato pari a 12,9 mld di euro). Performance positive anche per la vacanza al lago (+2,4% del fatturato), mentre meno dinamico il turismo montano (spesa internazionale a -1,3%).

Riguardo ai principali bacini di origine, buone le performance dei tradizionali clienti europei: Germania (+4,8% della spesa effettuata), Francia (+18,6%) e Regno Unito (+12,7%). Per il mercato tedesco, il 2015 è stato l'anno del ritorno nelle località balneari italiane (+20% della spesa), ma soprattutto della vacanza verde e attiva che genera un fatturato di circa 225 mln di euro (contro 170 mln nel 2014), pari al 5,6% di tutta la spesa per vacanza dei tedeschi nel nostro paese. Grazie al deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro, il 2015 ha registrato importanti risultati anche sul mercato USA (+13% di spesa, pari a oltre 3 mld di euro). La spesa media pro capite più elevata resta appannaggio di USA e Giappone (tra i 168 e i 190euro giornalieri, rispettivamente), cui si aggiunge il Regno Unito, con una spesa media pro capite di 123euro.

In calo, invece, la spesa turistica dei dai paesi BRIC ( -27%), imputabile in buona parte alla contrazione sul mercato russo, cui si affianca quella del mercato cinese (da 220 a 178 milioni di euro in un anno).

Emanuele Breda della Banca d’Italia ha, invece, focalizzato l’attenzione sull’evoluzione delle entrate per turismo nelle macro-aree italiane e in Veneto. Nel 2015 gli introiti turistici dall’estero a prezzi correnti sono cresciuti rispetto al 2014 in tutte le macro regioni italiane: nel Sud e nelle Isole dell’8,1%, nel Nord Est del 4,6%, nel Nord Ovest del 4,5% e nel Centro del 2,7%. La crescita nel Nord Est è stata determinata dall’andamento molto favorevole delle spese effettuate dagli stranieri in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia, che hanno più che compensato le riduzioni in Emilia-Romagna e in Trentino-Alto Adige. Come nel 2014, alla robusta crescita nel Meridione hanno contribuito soprattutto la Campania e la Sicilia, le prime due regioni per introiti dall’estero in quell’area. In Veneto la spesa dei viaggiatori stranieri è cresciuta dell’8,2%, in forte accelerazione rispetto all’anno precedente (+1,3%). L’aumento è stato pressoché interamente determinato dalla spesa dei vacanzieri (+10,6%) e in particolari di quelli diretti nelle città d’arte; stagnanti, invece, gli introiti da viaggi di lavoro. Al contrario che nel 2014, la crescita degli introiti in regione è stata trainata soprattutto dai pernottanti nelle strutture alberghiere; anche la spesa dei viaggiatori che hanno alloggiato in strutture extralberghiere è aumentata, ma in misura decisamente più contenuta. Tra le principali provenienze, hanno contribuito alla crescita degli introiti i viaggiatori statunitensi e britannici, grazie anche al deprezzamento dell’euro rispetto alle rispettive valute, e i tedeschi; sono invece fortemente calate le spese dei cittadini russi, per effetto del deprezzamento del rublo e della crisi economica nel loro paese.

Andrea Alivernini  della  Banca d’Italia  ha presentato un’analisi, fatta a partire dai dati dell’indagine campionaria sul turismo internazionale dell’Italia condotta dalla Banca stessa. Lo studio ha stimato i valori della spesa turistica domestica (in entrata e in uscita) dal 2000 al 2014 per le regioni italiane. L’ipotesi iniziale è che, a parità di regione di destinazione, tipo di alloggio e condizioni economiche, i turisti inbound spendano per un viaggio come i turisti domestici: dato questo, è stata stimata la spesa media per viaggio dei turisti domestici per regione e tipo di alloggio utilizzato, e questa spesa è stata poi moltiplicata per il numero di viaggiatori domestici (ottenuti dalle indagini Istat sul Movimento dei clienti nelle strutture ricettive e sui Viaggi e vacanze degli italiani), al fine di ottenere la spesa domestica totale.

I risultati indicano in 45,5 mld euro la spesa domestica totale nel 2014, in forte calo rispetto al  2008, in cui fu registrato il valore massimo (66,7 miliardi). La flessione è imputabile al dimezzamento dei viaggiatori domestici negli alloggi privati, mentre il loro numero negli hotel e negli altri alloggi collettivi è leggermente aumentato. La regione con gli introiti domestici più alti nel 2014 è stata l’Emilia Romagna (5,3 mld di euro), seguita da Lombardia (4,6 mld), Toscana (3,8 mld) e Veneto (3,7 mld). Considerando la spesa totale in Italia, sia domestica che incoming, questa è stata nel 2014 di 78,8 miliardi, anche qui in forte calo rispetto al massimo raggiunto nel 2008 (97,1 mld). Lombardia è la regione con gli introiti maggiori nel 2014 (10,4 mld euro), seguita da Lazio (9,4 mld) e Veneto (8,5 mld). Se invece consideriamo la spesa totale dei residenti, sia in Italia che all’estero, la Lombardia è la regione i cui abitanti spendono di più nel nostro Paese e nel complesso Italia+estero (rispettivamente 8,5 mld e 14,7 mld nel 2014), seguita da Lazio (7,5 mld e 10,2 mld) ed Emilia-Romagna (4,6 mld e 6,6 mld).

Considerando la bilancia turistica regionale (spese da e verso la regione), nel 2014 Veneto, Toscana e Umbria hanno presentato i surplus più elevati, mentre Lombardia, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia hanno registrato dei deficit. Se si rapportano, invece, gli introiti turistici regionali al PIL regionale, l’impatto del turismo sull’economia locale è stato pari al 17% in Valle d’Aosta, al 10,3% in Sicilia e al 10,0% in provincia di Trento, mentre in Piemonte e Lombardia, regioni a più consolidata tradizione industriale, l’impatto nel 2014 è risultato inferiore (3%).

FOCUS SUGLI ITALIANI ALL’ESTERO E IN ITALIA– SINTESI INTERVENTI II SESSIONE

Guardando al turismo degli italiani all’estero, la congiuntura 2015 non ha frenato la voglia di viaggiare dei nostri connazionali. Gli arrivi di turisti pernottanti all’estero sono cresciuti del +2,4% rispetto al 2014, i pernottamenti del +1,4%, mentre la spesa del +1,5%, con un aumento sia del turismo di vacanza che di quello business. Tuttavia, come sottolineato da Valeria Minghetti del CISET , l’impatto di fattori geo-politici ed economici ha modificato la geografia dei flussi outgoing, penalizzando alcune tra le destinazioni più popolari ed avvantaggiando altre mete, soprattutto di lungo raggio. Partendo dalle macro-aree, se oltre 3 turisti italiani su 4 sono rimasti all’interno dell’Europa (con aumenti del +6,4% in Europa settentrionale e del +3,5% in Europa occidentale), il restante 23% ha privilegiato l’area asiatica (arrivi +7,4%), i Caraibi e il Sud America (+5,7% e +4,5% rispettivamente), a scapito dell’Africa, che ha registrato un crollo degli arrivi italiani del -15,6%. Pressoché stabile l’Oceania (+1%).

Focalizzando l’attenzione sul solo turismo di vacanza (che concentra quasi il 50% degli arrivi ed il 40% della spesa outgoing), tra le destinazioni più gettonate quelle che hanno perso più vacanzieri italiani nel corso del 2015 sono state la Tunisia (-79,4%), per effetto dell’attentato al Museo del Pardo in alcuni resort turistici della costa; la Turchia (-15,4%) e l’Egitto (-3,8%), accomunati da una situazione politica instabile e da una serie di attentati verificatisi nel corso dell’anno. Ma anche la Grecia, da sempre meta top dell’estate, pare subire l’effetto del rischio Brexit e la presenza dei migranti: -3,3% gli italiani nel 2015, -9,3% nel trimestre luglio-settembre, come probabile conseguenza del referendum di luglio e dei timori circa le misure restrittive su contanti ed altro adottate in quel periodo, e sull’emergenza migranti iniziata ad agosto. Tra i paesi che invece hanno registrato un incremento di arrivi italiani, in Europa oltre alla Spagna (+6,9% arrivi), va menzionata la Francia (+12,1%), che compensa la forte contrazione di arrivi a Parigi (effetto Charlie Hebdo e Bataclan) con un significativo aumento di flussi in Costa Azzurra e in altri dipartimenti. Ma le destinazioni che registrano un boom della domanda italiana sono quelle del Sud Est Asiatico e dell’Asia orientale, in particolare la Thailandia (+30%, la nuova meta mare) e il Giappone (+38%), che beneficiano del dirottamento di flussi di nicchia da parte di operatori specializzati, alla ricerca di mete alternative per i loro clienti. Da questo punto di vista, se il turismo intermediato è quello che pare soffrire di più per la congiuntura 2015 (-12% arrivi e notti, -9,8% spesa) rispetto a quello indipendente, l’aumento dei viaggi di lungo raggio verso destinazioni costose e la tenuta dei segmenti up-market evidenzia una aumento della spesa media pro capite per pacchetto (da 995 a 1.030 Euro in media, +3,5%).

Mascia Di Torrice dell’ISTAT ha invece fornito un quadro sul turismo degli Italiani in Italia e all’estero, a partire dai risultati dell’omonima indagine fatta dall’Istituto. Il 2015 è un anno di stabilità per la domanda turistica dei residenti, con 57,9 milioni di viaggi con pernottamento stimati, per un totale di 340 milioni di notti. La maggior parte dei viaggi (88%) e delle notti (93%) sono per vacanza, con una durata media di 6,2 contro 3,4 per i viaggi di lavoro (media 5,9 gg.), senza variazioni rispetto al 2014.

Per la prima volta dal 2009, le vacanze brevi (1-3 notti) non diminuiscono, mentre quelle lunghe (4 notti e più) sono stabili per il secondo anno consecutivo. Invariata anche la stima del volume di viaggi di lavoro, nonostante nel secondo trimestre si registri un calo tra questo tipo di spostamenti.

Circa l’80% dei viaggi è diretto in Italia, mentre il 20% all’estero. Le regioni più visitate per vacanza sono Emilia-Romagna, Lazio, Veneto, Lombardia, Toscana e Trentino Alto-Adige (61,5% vacanze totali), mentre per lavoro la Lombardia e il Lazio (34% dei viaggi). All’estero, la maggior parte dei viaggi ha una meta europea, principalmente la Spagna e la Francia; per i viaggi di lavoro, è la Germania il paese più frequentato. Guardando alla motivazione, la metà delle vacanze in Italia si svolge per rilassarsi e divertirsi, mentre all’estero per riposo/divertimento, visite al patrimonio artistico, monumentale o archeologico e  alle bellezze naturali del luogo. Nel 2015, gli alloggi privati sono la sistemazione preferita per vacanza sia in Italia che all’estero, mentre le strutture collettive per gli spostamenti per lavoro. Il 50% circa parte senza prenotare, mentre il 30% utilizza internet. Il mezzo di trasporto più utilizzato, anche nel 2015, è l’automobile, molto meno l’aereo e il treno.

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