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Cronaca San Marco / Piazza San Marco

Turismo: tutti a Rialto e San Marco, ma anche i musei attirano di più

I visitatori si concentrano sul centro storico, ignorando la terraferma, ma l'offerta culturale aiuta a destagionalizzare gli arrivi durante tutto l'anno

“Svaniti i molti sogni industriali di Venezia – scrive l'assessore comunale allo Sviluppo del Turismo, Angela Giovanna Vettese, nell'introduzione all'Annuario del Turismo 2013 - ciò che resta all'economia della città è quasi solo la sua attrattiva, tenace nonostante un'offerta debole su molti piani”. “Il turismo – ha affermato poi alla conferenza stampa organizzata giovedì a Ca' Farsetti per presentare la terza edizione dell'Annuario - è il maggiore dilemma della città, in termini di vivibilità: la Venezia insulare conta troppe presenze, la Terraferma troppo poche. Il problema dei flussi va dunque affrontato in modo strategico, partendo da dati certi e studi di settore”.

LA CULTURA AIUTA - Ed è proprio partendo dai dati che l'assessore Vettese ha proposto una serie di riflessioni che aiutano a comprendere meglio il fenomeno del turismo odierno a Venezia e su quali obiettivi intende puntare. Confrontando ad esempio i picchi delle presenze con i numeri della cultura, emerge in modo chiaro che i mesi “clou”, per il centro storico, non coincidono: nel 2013 il turismo culturale ha raggiunto il suo culmine in aprile e ottobre, laddove il maggior numero di visitatori si è concentrato tra luglio e agosto. Questo significa che l'offerta culturale può decisamente aiutare a destagionalizzare. Guardando invece alla Terraferma, Vettese ha fatto notare come l'albergo diffuso e i B&B vadano incentivati, anziché demonizzati, perché attraggono visitatori che pernottano più a lungo. “Ma i numeri ci dicono anche – ha specificato Vettese – che in media pernottano più a lungo gli ospiti che scelgono il Lido. Il problema è che questi rappresentano solo il 4% dei visitatori totali: per questo si dovrebbe investire sull'isola, affinché torni ad essere un luogo del benessere fisico di alta qualità”. Vettese ha infine indicato quali strategie sono state intraprese per mitigare gli eccessi, a partire dalla valorizzazione di alcune attrazioni culturali dislocate in zone meno note della città. L'assessore ha citato in particolare l'azione svolta dalla Fondazione Musei Civici con i musei nella zona di San Stae, sottolineando come ristrutturazioni e offerte polivalenti siano scelte vincenti e auspica che lo stesso possa accadere in zona Arsenale, con la nuova gestione del Museo storico navale e dell'Arsenale Nord.

MIGLIORARE ANCORA - “Per depolarizzare il turismo si può comunque fare molto anche con le piccole azioni”, ha aggiunto poi, riferendosi alla mappa “Fuorirotta”, pubblicata per il secondo anno nella cornice del più ampio progetto dell'assessorato chiamato “Detourism”, che punta a suggerire al turista di muoversi anche fuori dalla classica Venezia da cartolina. “O ancora – ha continuato – riordinando la segnaletica stradale, ormai obsoleta e confusa, e soprattutto incentivando la creazione del viaggio a priori, attraverso l'uso di informazioni qualificate reperibili in Rete”. Il Comune punta infatti a far diventare il portale “VeneziaUnica” (www.veneziaunica.it) il vero interfaccia digitale del visitatore, dove poter trovare tutte le informazioni necessarie e i servizi richiesti. Uno sforzo in più che andrebbe fatto – per Vettese – sarebbe quello di includere in questo sito non solo le manifestazioni principali, ma anche i tanti piccoli eventi realizzati nei luoghi più diversi dalla miriade di realtà artistiche che popolano Venezia e la sua Terraferma. “A Venezia – ha concluso infine, con un riferimento al ruolo che giocano le grande corporazioni in città – di denaro nel circola molto: la città è in controtendenza, da questo punto di vista, rispetto al Paese. Ma dove vanno i guadagni del turismo? Questa è una domanda da economisti, ci vorrebbe uno studio ad hoc per rispondere. Ecco, io penso che Venezia debba sapere di più per gestire al meglio il suo turismo.”

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