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Cronaca

A Venezia di tutto un po': "balconiste" sul Canal Grande, fumogeni all'addio al celibato

Negli ultimi giorni turisti a petto nudo dov'è vietato, promessi sposi tra alcol e degrado, ciclisti per le calli. Il sindaco Brugnaro: "Chiedo una legge per il decoro ad hoc"

"Balconiste" in bella vista in cerca della tintarella sul Canal Grande, ciclisti in giro per le calli, turisti a petto nudo in zona Canal Grande. E poi, immancabili, venditori abusivi e baby-borseggiatori. Durante gli ultimi giorni Venezia ha offerto diversi esempi di come alcuni visitatori decidono di "approcciarsi" alla città. Se Venessia.com ha lanciato provocatoriamente sull'onda di alcune foto che girano sui social, il premio per decretare la migliore balconista dell'anno (c'è già una strafavorita, ossia la donna che si è messa a prendere il sole quasi come mamma l'ha fatta sulla balaustra del Gritti Palace Hotel), montano anche le proteste nei confronti degli addii al celibato a Venezia.

Sempre più numerosi e soprattutto sempre più rumorosi. "Sabato sera si sono presentati con tamburi, cori da stadio e fumogeni - racconta un residente - Per non parlare poi di bottiglie, bicchieri e quant'altro sparso in giro. Compresa urina e vomito in ogni angolo. Quanto si vuol permettere ancora con questo scempio?". C'è anche un turista che lunedì nel tardo pomeriggio si è tuffato in Canal Grande per una nuotata.

Foto di Alessandro Voltolina

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Le foto le vede anche il sindaco Luigi Brugnaro che, interpellato sull'argomento, chiede al governo poteri ad hoc. Come sindaco metropolitano. "A Venezia queste scene ci saranno sempre - spiega - ma ora siamo arrivati alla frutta. Serve un decreto che ci permetta di rinchiudere chi si ubriaca e chi è molesto in camera di sicurezza per una notte. Poi il giorno dopo esce pagando la cauzione. Vedrete che non lo farà più. Noi ci stiamo ribellando e devo dire grazie alla polizia municipale. Vorremmo assumere 70 nuovi vigili, ma finché non ci tolgono le sanzioni per il Patto si stabilità non possiamo farlo. Siamo in una situazione in cui la reazione è peggio della provocazione: che se poi qualcuno reagisce a questo degrado e magari alza le mani, va nei guai lui. Chi delinque va in galera, chi è una persona per bene no. Così dovrebbe essere", conclude. 

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