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Cronaca

Troppi selfie e Facebook sul lavoro in ospedale: all'Ulss 10 nasce un regolamento

Varata la nuova social media policy, per arginare casi troppo frequenti di utilizzo improprio dei social. Serve per evitare conflitti e leggerezze, oltre che per tutelare l'utenza

L'utilizzo improprio dei social network da parte dei dipendenti sta sfuggendo di mano, in particolare in ambito sanitario: lo rileva l'Ulss 10, che spiega come i casi di selfie in ambienti lavorativi, con pazienti riconoscibili, oppure commenti o critiche del personale sanitario su pazienti e colleghi, siano sempre più ricorrenti. Comportamenti che, spiega l'azienda, sono da condannare e minano la privacy degli utenti.

Così l’Ulss10 è tra le prime aziende sanitarie italiane a varare una “social media policy”, documento che oltre a ricondurre le disposizioni generali sull’utilizzo improprio dei social al codice di comportamento del personale, entra nel merito e ne disciplina l’utilizzo. “Una pubblica amministrazione al passo con i tempi non può esimersi nello sfruttare questi nuovi canali di informazione – spiega il direttore generale Carlo Bramezza – . Infatti dal 2013 l’Ulss10 è su Twitter, su Facebook, su YouTube, io stesso ho un profilo personale su Facebook. E’ noto a tutti quanto sia aumentato l’utilizzo di queste comunità virtuali e proprio per questo motivo, per evitare conflitti, leggerezze, per tutelare l’utenza, evitare la nascita di account fasulli o di dubbia riconducibilità all’istituzione, è necessario tracciare delle regole che non intendono limitare la libertà di espressione ma disciplinano l’utilizzo dei social da parte del personale aziendale”. 

Tra le prime indicazioni c’è quella di non istituire profili che possano generare equivoci o confondersi con quelli gestiti dagli organi aziendali. Per tali motivi è precluso l’utilizzo di logo e ragione sociale aziendali, i quali potranno essere pubblicati previa autorizzazione della direzione generale. Vengono inoltre definite le “regole d’ingaggio” nell’utilizzo delle comunità virtuali da parte del personale. La “Social media policy” dell’Ulss10 distingue due casi specifici: 

  • l’uso in rappresentanza dell’azienda, autorizzato dalla stessa, con accesso mediante account istituzionale, dove il personale agisce per conto dell’ente;
  • l’uso privato, ovvero quando la persona accede a un social network con un account personale, per i propri interessi. In questo caso viene considerato che la persona può essere identificata dagli utenti del social network come un dipendente dell’azienda e, come tale, deve impegnarsi a mantenere un comportamento corretto. Sempre relativamente a tale aspetto, già la normativa specifica prevede vari vincoli nei diversi ruoli in azienda, dal segreto d’ufficio alla riservatezza dei dati, il personale aziendale è pertanto invitato ad astenersi nell’affrontare questioni lavorative specifiche o tematiche che rischino di violare principi fondamentali della professione. 

Infine il richiamo nell’utilizzare i social network fuori dell’orario di servizio, e un inciso per i casi di diffusione di immagini legate all’ambiente lavorativo: anch’esse spesso motivo di violazioni plurime dei principi professionali. 

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