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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Aumenta la donazione dei tessuti da vivente: residui di interventi utilizzati su altri pazienti

La tendenza nell'Ulss 13 è in costante crescita: si è passati dalle 19 donazioni del 2012 alle 61 del 2015. Un risultato ottenuto grazie alla sensibilizzazione, anche nelle scuole

Cresce la cultura della donazione degli organi nella Ulss 13, in particolare dei cosiddetti tessuti da vivente: segmenti ossei, safene, placenta. "Molti non sanno o non pensano - ha spiegato Livio Dalla Barba, direttore sanitario della Ulss 13 - che dopo un intervento chirurgico alcune parti rimosse dal nostro corpo possono trasformarsi in risorse importantissime per altre persone. Basti pensare ai numerosi interventi ortopedici dove i segmenti ossei sostituiti da protesi vengono poi processati e rimodellati per altri utilizzi, oppure agli interventi di vene varicose dove proprio le safene tolte possono diventare utili per alcuni interventi di chirurgia vascolare, ad esempio per i bypass".

"Quella per la donazione dei tessuti - dice il direttore generale della Ulss 13 Giuseppe Dal Ben - è una attenzione nei confronti del prossimo che diventa sempre più tangibile in questo territorio grazie al lavoro costante che sta facendo, in questi ultimi anni, il nostro Coordinamento Aziendale dei Trapianti, insieme all’Aido, l’Associazione Italiana per la Donazione degli Organi e tessuti". Un lavoro che passa attraverso la sensibilizzazione della popolazione, a partire dalle nuove generazioni, facendo lezione a scuola, coinvolgendo dai bambini fino ai maggiorenni.

Questa tipologia di donazione, nella Ulss 13, ha registrato un certo incremento (passando da 19 donazioni nel 2012 a 61 lo scorso anno). Una attività, quella del prelievo di organi e tessuti, che si muove in stretta collaborazione con le due Fondazioni Banca dei Tessuti di Treviso e Banca degli Occhi di Mestre. C’è poi il dono in caso di morte, che trova un valido alleato anche nel progetto regionale "Una scelta in Comune", che sta prendendo sempre più piede anche nel territorio della Ulss 13. Alcuni Comuni (per fare qualche esempio: Fossò, Mira, Mirano, Spinea, Noale) hanno già aderito, altri lo faranno tra breve.

E l’auspicio è che anche gli altri si accodino. "Tale progetto - ha continuato Dalla Barba - prevede la possibilità per il cittadino, che richiede il rilascio o il rinnovo della carta di identità, di esprimere il suo consenso o diniego alla donazione, e di vederlo riportato sul documento stesso. In questo modo - ha concluso il direttore sanitario - avendo cioè un documento che attesta la volontà del defunto di donare, si evita di lasciare ai familiari il compito di prendere una decisione così importante proprio in un momento in cui ci sarebbe bisogno solo di silenzio e privacy. E permette infine ai sanitari di eseguire il prelievo in modo efficace, rispettando i tempi previsti per un corretto mantenimento degli organi che verranno donati".

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