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Cronaca

Bambini e anziani, i più soggetti ai colpi di calore: le indicazioni degli specialisti di Ulss 3

Ci sono due epoche nella vita delle persone in cui si è particolarmente vulnerabili al caldo, la prima è quella pediatrica, la seconda quella geriatrica. In questi giorni interessati da caldo intenso e umidità, gli specialisti dell'Ulss 3 fanno il punto su cause e rimedi che si possono mettere in atto per evitare o riprendersi da un colpo di calore.

Il caldo per gli anziani è pericoloso perché con l'aumentare dell'età diminuisce la percentuale di acqua corporea. Come spiega il primario di Geriatria dell'ospedale dell'Angelo di Mestre, Ernesto Rampin, «ci sono un ridotto controllo idrosalino, sudorazione meno efficace e minor stimolo alla sete». Gli anziani più sensibili al caldo sono quelli con patologie croniche (polmonari, diabete, insufficienza renale), ma sono quelli affetti da demenza o Parkinson, gli allettati o i malnutriti, ad essere più soggetti ai fenomeni del caldo. I consigli agli anziani per sfuggire il più possibile al caldo sono quelli noti: non uscire nelle ore calde, tra le 10 e le 18, indossare un copricapo e indumenti di cotone leggeri, evitare le fibre sintetiche. In casa è preferibile tenere chiuse il più possibile di giorno tapparelle e scuri, cercando di aprire di notte le parti esposte al sole. E poi bere molto e ricercare gli ambienti dove c'è climatizzazione.

Per aiutare gli anziani, come ogni anno, scende in campo in maniera attiva anche il Centro operativo territoriale (Cot), che si colloca all'interno del protocollo regionale. «Ogni anno, - ha spiegato la responsabile, Francesca Ferraretto - censiamo gli anziani fragili, che possano vivere in uno stato di solitudine. L'anno scorso ne abbiamo contattati 385». Quest'anno lo sforzo sarà maggiore, perché l'azienda sanitaria ha realizzato una vera e propria anagrafe, che attualmente conta poco meno di 6.500 persone, in collaborazione con alcuni Comuni del territorio.

Si tratta di un protocollo che si basa su due tipologie di parametri, uno relativo al quadro clinico degli anziani, l'altro a quello sociale, e coinvolge attivamente operatori sanitari e medici di medicina generale da una parte, e amministrazioni comunali dall'altra. Sul fronte clinico, gli over 65 del territorio sono classificati, ciascuno con un punteggio personale, a partire dai fattori che possono determinare i rischi legati al caldo, e quindi l'età avanzata, patologie specifiche e il sesso. L'analisi sul fronte sociale fornisce un'indicazione sulla situazione abitativa degli anziani, e quindi sul loro potenziale stato di solitudine. La combinazione delle due valutazioni, «permette di capire quali anziani possano essere più a rischio», ha aggiunto Ferraretto, posto comunque il fatto che l'aiuto dei medici di base è fondamentale per capire «quali di questi siano effettivamente da contattare».

Dall'altra parte ci sono i bambini, «più soggetti a colpi di calore, - ha spiegato il neo-primario di Pediatria di Venezia, Luca Ecclesio Livio - perché hanno una superficie corporea inferiore a quella delle persone adulte. Questo fa in modo che ci sia un principio di termoregolazione differente: l'unione di temperature esterne elevate e umidità, poi, porta alla comparsa della sintomatologia correlata, che si può manifestare, nel bambino, con comparsa di cefalea, nausea e, nei casi più seri, con svenimenti o sincopi».

Quando un bambino è colto da un colpo di calore, «una delle prime cose da fare è condurlo in un ambiente più fresco da quello in cui si trova, - ha aggiunto - sollevargli le gambe, bagnargli il capo e dargli da bere sostanze non troppo fredde per aiutare la reidratazione». Nel caso di febbre, ha aggiunto, «somministrare paracetamolo solo con temperatura superiore ai 38,5 gradi». Se la patologia dovesse progredire, e portasse a uno stato confusionario nel bambino, in quel caso è necessario condurlo in pronto soccorso per le terapie adeguate. Si tratta di un'eventualità piuttosto remota, per quanto solitamente, in estate, ogni presidio dell'Ulss 3 (Mestre, Chioggia, Venezia, Dolo-Mirano) conti un paio di pazienti portati dai genitori «per una sintomatologia che non è possibile tenere sotto controllo a domicilio», ha concluso il primario.

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