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Cronaca

Per l'Unesco Venezia potrebbe entrare nella lista dei siti in pericolo

L'ipotesi verrà analizzata durante i lavori dal 16 al 31 luglio. Grandi navi: «Serve una soluzione per bloccarne completamente l'accesso in laguna». Franceschini: «Decisione grave». Baretta: «Si acceleri sugli approdi alternativi transitori e si indichi una data»

Per i tecnici dell'Unesco (organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura) sulle grandi navi serve una soluzione di lungo periodo per bloccare completamente l'accesso in laguna. Non solo: come riporta Ansa, l'organizzazione ritiene che Venezia vada inserita nei siti in pericolo, per questo l'ipotesi verrà analizzata durante i lavori in programma dal 16 al 31 luglio.

In caso di approvazione da parte del Comitato per il patrimonio mondiale verrà chiesto all'Italia di elaborare un piano e misure correttive da presentare entro febbraio 2022, con un rapporto per documentare l'esecuzione. Per il ministro della Cultura Dario Franceschini non si tratterebbe di una novità. La decisione Unesco secondo lui era nell'aria da tempo informalmente ed è «grave». Positivo il decreto legge del governo Draghi, ha commentato, che nel lungo periodo ha predisposto l'approdo definitivo delle grandi navi fuori dalla laguna. Ora andrebbe interdetto subito il passaggio delle grandi navi lungo il canale della Giudecca.

Venezia è tra i siti Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco dal 1987. Se la città venisse inserita nella lista dei luoghi in pericolo, che al momento comprende una cinquantina di siti, l'Italia dovrebbe concordare con le Nazioni Unite un piano per uscire dall'emergenza con un cronoprogramma. L'Unesco, nell'esprimere la propria preoccupazione, avrebbe sottolineato come le soluzioni al momento trovate per le navi non sarebbero sufficienti perché «non esiste sul lato pratico un'alternativa alla laguna per l'ormeggio», scrivono i tecnici, che sottolineano la necessità di una «soluzione di lungo periodo che dia priorità al fatto di impedire totalmente l'accesso in laguna delle grandi navi, reindirizzandole verso porti più adatti». «L'allarme lanciato dall'Unesco su Venezia deve farci accelerare sulla nuova destinazione delle navi in attesa di una soluzione definitiva a lungo termine, fuori dalla laguna», ha commentato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà.

«La posizione Unesco sottovaluta gli sforzi che si stanno facendo - commenta il consigliere comunale del Partito Democratico a Venezia Pier Paolo Baretta - Ma non facciamo l’errore di sottovalutarli noi. Si acceleri, allora, la predisposizione degli approdi alternativi transitori e si indichi una data certa. Per evitare il rischio di perdere in prospettiva la qualifica di home port, a favore di "porti più adatti dell’area" e salvare le imprese e l’occupazione veneziana, assicuriamo sin d’ora che per le navi più grandi, le cui caratteristiche vanno definite al più presto con operatori del settore ed esperti, la soluzione definitiva sarà con approdi fuori Mose. Solo dando risposte convincenti e di prospettiva, compatibili con le esigenze dell’ambiente e del lavoro, daremo un futuro alla nostra città».

«L'Unesco ha finalmente usato parole chiare. Le grandi navi devono uscire dalla laguna. E non fra dieci, vent'anni - afferma il consigliere comunale del gruppo "Tutta la città insieme!" Giovanni Andrea Martini -. Venezia è ad un passo dal finire nella lista nera dei siti a rischio. Le alternative già avrebbero potuto essere seguite, ad esempio quella delle navi compatibili con la città. Se solo ci fossero state idee più chiare, questa regola si sarebbe potuta mettere in atto all'indomani del Passera-Clini - continua -. Serve una politica capace di elaborare e proporre alternative assieme alla città, in un sistema che rappresenti veramente tutti».

«Il rischio che il sito “Venezia e la sua Laguna” sia rimosso dalla prestigiosa lista del Patrimonio dell’Umanità  è concreto - argomenta Orietta Vanin, senatrice 5 Stelle - La decisione finale verrà presa nella prossima riunione del Comitato del patrimonio mondiale a Fuzhou (Cina). Sedici sono i punti contestati nel rapporto Unesco» continua, e fra questi alcuni oggetto delle sue interrogazioni parlamentari. Grandi navi: stop alle soluzioni temporanee, dice Unesco. Il rapporto chiede una conclusione di lungo periodo fuori dalla laguna. Turismo: Unesco invita a una modalità di fruizione della città proteggendo il suo ecosistema. Mose: il rapporto invita lo stato italiano a “monitorare da vicino gli impatti della costruzione e del funzionamento del sistema", e Porto Marghera, sito tenuto d'occhio per la presenza del sito industriale su una delle lagune più fragili del mondo. «L'impianto gpl a Chioggia - conclude Vanion - non poteva passare inosservato. L’Unesco chiede di "smantellare l'impianto di stoccaggio e spostarlo in un luogo alternativo».

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