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Cronaca

Imprenditore vittima degli usurai: minacce ed estorsioni, 2 arresti. Coinvolti pure 3 avvocati

Operazione della guardia di finanza. Un veneziano riceveva prestiti a interessi spropositati. Il principale responsabile è deceduto, poi è subentrata la sua compagna. Sette indagati in tutto

Aveva ottenuto prestiti di somme consistenti ritrovandosi poi a restituire i soldi con interessi a tassi usurai. Alla fine il protagonista della vicenda, un imprenditore veneziano ormai "strozzato" dagli aguzzini ha deciso di rivolgersi alla guardia di finanza. Con il risultato che la mattina di venerdì sono scattate le misure cautelari decretate dal tribunale di Vicenza ed eseguite dal Nucleo di polizia tributaria di Venezia: arresti domiciliari per il reato di usura nei confronti di una donna di origine messinese (C.L., 46enne), residente a Loria (Treviso) e un “commercialista” di origine vicentina (G.R., 61enne), residente a Bassano del Grappa (Vicenza).

Sono state eseguite anche 11 perquisizioni tra le province di Vicenza, Padova, Venezia e Trento, sia nei confronti dei due destinatari di misura cautelare che di altri cinque indagati, a vario titolo, per estorsione e favoreggiamento reale. Tra le persone perquisite ci sono anche due avvocati veneziani, indagati per favoreggiamento reale, che si ritiene abbiano agevolato gli usurai nella riscossione dei crediti. Si tratta di due legali civilisti appartenenti al foro della città lagunare. Uno con studio in pieno centro a Mestre, l'altro specializzato in tutela dei consumatori. Un terzo avvocato è finito nel mirino della guardia di finanza, ma senza subire perquisizioni, e ha la propria sede in pieno centro storico. Secondo l'accusa avrebbero agevolato l'attività usuraia della donna finita in manette, al punto che la vittima, un imprenditore lagunare con impresa di servizi alle imprese (come pulizie e altro) sarebbe stata sul punto di cedere quote della società. Nell'impossibilità di onorare un debito che si ingigantiva sempre più.

Le indagini sono state avviate nell’ottobre 2016 a seguito della denuncia della vittima, che già in precedenza aveva contribuito a far arrestare una coppia di usurai, condannati proprio nello stesso periodo in cui l'imprenditore si è rivolto alle fiamme gialle. Negli anni gli erano stati prestati circa 500mila euro, che ha dovuto ripagare con un tasso di circa il 30% annui. E' riuscito a pagare nel tempo circa 780mila euro, poi la società è andata ulteriormente in crisi. Dalla padella alla brace: nel periodo di crisi l'uomo d'affari si è rivolto al commercialista bassanese per uscire dalle sabbie mobili. Quest'ultimo l'ha messo nelle mani dei "nuovi usurai". Uomo e donna. Lei messinese, lui campano. L'uomo era il "capo", un 82enne deceduto proprio a fine 2016 per malattia. A quel punto le redini dell'attività sono state prese dalla compagna, che ha continuato a gestire la riscossione dei crediti. Alla coppia fanno capo due imprese del settore edilizio con sede in provincia di Vicenza, che sono state utilizzate per ricevere versamenti di rate di prestiti, talvolta documentati come pagamenti di fatture.

Non essendo più in grado di restituire il denaro, l’imprenditore è stato oggetto di diversi tentativi di estorsione attuati sia dalla usuraia che da una terza persona mediante minacce alla sua persona e anche ai famigliari più stretti. Si tratta di un uomo di origini campane che ha millantato il possibile intervento della criminalità organizzata, che non si farebbe scrupoli. Come detto, si è arrivati al punto di tentare di imporre all’imprenditore di cedere le quote della società alla fidanzata del figlio dell’usuraia (pure lei indagata per favoreggiamento reale), la quale si sarebbe dovuta intestare le partecipazioni nell’impresa.

Da segnalare che nel recente passato il denunciante è stato beneficiario del fondo antiusura in seguito di altri episodi simili di cui era stato vittima. Anche in quel caso il tribunale di Venezia aveva condannato i responsabili. Prima di sporgere denuncia, l’imprenditore si era rivolto all’associazione nazionale antiracket, che lo ha invitato a presentarsi alla guardia di finanza. Ora il nuovo tentativo di risvegliarsi dall'incubo.

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