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Vaccino anti Covid, primo giorno nel Veneziano. Cos'è e chi non si vaccinerà

«Quel pezzetto di Rna del virus iniettato che ci aiuta a formare gli anticorpi contro l'infezione». In lieve aumento intanto i ricoveri, Dal Ben: «Curiamo e cureremo tutti i pazienti»

«Un pezzetto di Rna del virus iniettato che entra nelle cellule umane e stimola la produzione della proteina Spike, quella che permette al Covid di agganciarsi». Il dottor Luca Sbrogiò dell'Ulss 3, direttore del dipartimento di Prevenzione, ha chiarito i molti aspetti legati al vaccino e alla vaccinazione contro il coronavirus, in questo primo giorno di campagna europea di somministrazione, che ha riguardato il Veneziano. Sono in leggero aumento intanto i ricoveri negli ospedali della provincia. «I letti ci sono, curiamo e cureremo tutti. Nessuno qui viene lasciato nei corridoi», ha puntualizzato il direttore dell'Ulss 3 Guiseppe Dal Ben. Le dosi di vaccino Pfizer-BionTech, 110 all'Ulss 3 e circa 50 all'Ulss 4, sono arrivate all'ospedale dell'Angelo di Mestre domenica mattina, intorno alle 10.30. Sono state spacchettate e distribuite a Venezia, Dolo e Mirano, e Chioggia. «L'organismo umano - ha continuato Sbrogiò - riconosce come non propria questa proteina Spike e prepara degli anticorpi, che quindi entrando in contatto con il virus lo bloccano. Non può trasmettere alcuna malattia il vaccino. Appena si dovesse entrare in contatto con il virus parte la memoria immunitaria dell'organismo che blocca il Covid». 

Il controllo dopo la  somministrazione

Il vaccino dell'Aifa (Agenzia nazionale del farmaco), il nostro, è stato approvato dai 16 anni in sù. Le uniche indicazioni nel bugiardino riguardano allergie alla prima inoculazione o allergie agli eccipienti presenti nel vaccino. Questi possono essere motivi di esclusione temporanea, come una malattia in essere acuta, magari febbrile, per cui si raccomanda di attendere. Non sono chiamate a vaccinarsi al momento le donne che aspettano un bambino. L'obbiettivo è arrivare alla vaccinazione di una percentuale dell'80-90% della popolazione, poiché nasce per raggiungere tutti: nel nostro caso le 120 mila persone del territorio Ulss 3. Una volta somministrato il vaccino anti-Covid comporta un'osservazione di un quarto d'ora circa, e potrebbero manifestarsi: linee di febbre, mal di testa o rossore nella sede dell'iniezione, che sono effetti passeggeri. 

L'immunità di gregge

«Abbiamo bisogno di grossi numeri di vaccinati tutti assieme - ha affermato Sbrogiò - anche in riferimento alle mutazioni del virus, perché più circola, più è probabile si modifichi all'interno degli organismi viventi. Se il virus non circola più l'epidemia si chiude e si impediscono le variazioni. L'idea è vaccinare la stragrande maggioranza delle persone nel mondo in maniera che non ci sia movimento virale». Per quanto riguarda la priorità nelle categorie che devono essere sottoposte a vaccinazione, nel nostro territorio dopo gli operatori sanitari toccherà alle case di riposo, con le dosi che arriveranno ogni settimana (circa 4.410). Con le categorie dei pubblici servizi, i sanitari cercheranno di organizzarsi con chi gestisce il personale. Poi ci potranno essere chiamate Comune per Comune, ad esempio, e la vaccinazione avverrà in modalità Drive-through (persona da vaccinare in macchina) o comunque in palestre, palazzetti, in spazi con capienza adeguata a garantire il distanziamento.

Il primario vaccinato a Mestre

Il dottor Fabio Presotto, primario di Medicina all'ospedale dell'Angelo, è stato tra i primi a sottoporsi al vaccino domenica mattina. Lo ha fatto su base volontaria, ha detto. «Non avevo controindicazioni e ho letto molta lettaratura prendendo questo gesto con responsabilità e molto volentieri. Mi considero il rappresentante di tutta l'equipe dei sanitari. Se il messaggio si traduce in un invito a fare il vaccino, ne sarò soddisfatto». Il primario non ha manifestato dopo la somministrazione alcun tipo di fastidio. «Peccato per questa giornata di sole, sarei andato a correre - ha detto - ma come viene prescritto in maniera precauzionale, il giorno della somministrazione vaccinale occorre stare a riposo». Sono 21 mila in questa Ulss le persone da vaccinare in via prioritaria (ospedali e case di riposo), e sono 5.588 operatori degli ospedali pubblici, 1.438 operatori degli ospedali privati, 4.162 operatori della sanità territoriale, 4.606 operatori delle case di riposo e 5.303 ospiti delle residenze per anziani.

«È stato particolarmente emozionante vedere arrivare nella nostra regione le prime dosi di vaccino - ha detto Federico D’Incà, ministro per Rapporti con il Parlamento - quella di oggi è una giornata storica per il Veneto e per l’intero Paese. I primi vaccini che oggi sono stati somministrati sono il frutto di un intenso lavoro da parte del governo e di tutta la maggioranza, con un piano ben organizzato e una collaborazione crescente tra gli Stati europei. Sarà fondamentale mantenere elevata l’attenzione e non abbassare la guardia, perché non possiamo permetterci errori: mi appello, quindi, al grande senso di responsabilità dei cittadini veneti dimostrato già fin dall’inizio della pandemia. Mi vaccinerò appena sarà il mio turno», ha concluso il ministro». «È un’azione dello Stato inedita per complessità e capillarità: mai nella storia si era vista una campagna come quella che è appena partita e che si svilupperà pienamente nei prossimi mesi - ha commentato il sottosegretario all'Interno Achille Variati - Una sfida dentro la sfida più grande della battaglia contro la pandemia e i suoi disastrosi effetti sanitari e socio-economici. Sappiamo che ci vorrà fino a dopo l’estate per riuscire a vaccinare la maggioranza della popolazione. Soprattutto, sappiamo che il nostro comportamento da qui ad allora determinerà quanti altri morti piangeremo in Italia. Ma quella di oggi è davvero una bella pagina, che è giusto celebrare e vivere come un momento di luce e di speranza».

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