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Cronaca

Parigi un anno dopo, il mondo ricorda Valeria. Sting al Bataclan: "ricominciamo a vivere"

La memoria della giovane di origini veneziane scalda ancora i cuori di un'intera Nazione, vicinanza dalle istituzioni: Zaia stanzia una somma per il centro di maternità a lei dedicato

La tragica notizia arrivò esattamente un anno fa, il 13 novembre 2015: un gruppo di terroristi ha attaccato il Bataclan, storico locale parigino frequentato da persone di ogni età, amanti della musica, uccidendo oltre 90 innocenti. Tra questi c’era la giovane Valeria Solesin, 28enne di Cannaregio, che studiava nella metropoli francese in vista del dottorato.

A 365 giorni dall’accaduto il dolore per la perdita della ragazza resta immutato, e così il suo ricordo, che l’intera Nazione ha voluto mantenere vivo. Intorno alla famiglia si erano stretti, tra gli altri, Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati e il Premier Matteo Renzi, in un sincero momento di vicinanza della politica al dramma dei cittadini. Valeria rappresentava, e rappresenta, la parte entusiasta e volenterosa di una generazione giovane, spesso costretta a lasciare il proprio Paese per inseguire l’obiettivo della realizzazione personale, dell’indipendenza economica, di un futuro basato su impegno, studio e lavoro. Tutto ciò è stato spezzato da un atto estremista, violento e profondamente ingiusto, il cui effetto lascia ancora oggi una ferita aperta.

Il triste anniversario è ricordato su Facebook anche da Luca Zaia: “Non voglio usare parole scontate, inutili o, tantomeno, retoriche per onorare la sua memoria. Ognuno di noi serberà dentro di sé il ricordo preferito di Valeria”. Il presidente della Regione Veneto ricorda la giovane veneziana, e aggiunge: “come Giunta regionale stanzieremo una somma per aiutare il centro di maternità di Anabah, in Afghanistan, che Gino Strada ed Emergency hanno voluto dedicarle.” A commemorare Valeria è anche il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, che negli scorsi giorni aveva dichiarato l’intenzione di dedicare la messa domenicale al ricordo della ragazza: “ad un anno da quella tragica morte - dice - il ricordo affettuoso e triste va innanzitutto a lei e alla sua vita, di giovane donna e intelligente ricercatrice, drammaticamente spezzata.”

Anche Mohamed Amin Al Ahdab, presidente della comunità islamica di Venezia, dedica un pensiero alle vicende di quei giorni: "È un ricordo triste quello di Valeria. Siamo dispiaciuti nel vedere che è stato fatto poco a livello di dialogo. Ci siamo mostrati aperti, pronti all'integrazione che ci viene richiesta ma ci sembra che questo movimento d'avvicinamento venga quasi eslcusivamente dalla nostra parte. Andiamo a parlare nelle scuole, cercando di abbattere il muro di paura (dovuto all'ignoranza) che si è creato intorno a questa religione, ma dalle istituzioni riceviamo più parole che fatti. L'unione si realizza solo con la collaborazione di entrambe le parti."

L’attentato al Bataclan non è stato l’ultimo a colpire l'Europa, anzi. Da allora le giornate di terrore si sono moltiplicate, ma con esse è nato anche il desiderio di rivalsa dei cittadini colpiti, incapaci di arrendersi di fronte a quella malvagità e decisi a combatterla. Un esempio su tutti è la riapertura del Bataclan, che nella notte del 12 novembre è tornato a ospitare musica e spettacoli esattamente a un anno dall’attentato. Ha aperto Sting: “Stasera abbiamo due compiti – dice l’artista - onorare i morti e ricominciare a vivere. Non li dimenticheremo." Il ricavato della serata sarà interamente devoluto alle associazioni delle vittime.

E’ impossibile cancellare quanto accaduto nella buia serata di un anno fa, ma se è vero che ogni fine segna un nuovo inizio, quello di Parigi ci sembra il migliore possibile.

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