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Cronaca Marghera

Il progetto Moranzani "congelato" Bettin propone un sit-in a Roma

L'assessore all'Ambiente lamenta la scarsa attenzione del governo per la riqualificazione di Marghera e chiede risposte sul rilancio ambientale

“È comprensibile il rammarico di chi ha visto nel Palais Lumiere un'opportunità per Marghera e oggi si chiede cosa fare per riaprirne, nel caso, la prospettiva: è però davvero sconcertante osservare come, al di fuori delle reazioni di Comune e Regione, ben poca attenzione si presti alle sorti non di un'idea suggestiva ma futuribile bensì di un grande, concreto progetto già in corso d'opera e oggi messo gravemente a rischio come quello del Vallone Moranzani, dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato che ha bloccato i lavori di interramento dell'elettrodotto dalla centrale di Fusina”. Lo denuncia l'assessore all'Ambiente del Comune di Venezia Gianfranco Bettin.

RISANAMENTO - “Per chi non l'avesse già chiaro, va ribadito che il Progetto Moranzani - ricorda Bettin - è una delle più grandi operazioni di risanamento e ripristino ambientale e idrogeologico del nostro Paese e probabilmente d'Europa, concepita e approvata con la determinante partecipazione delle popolazioni coinvolte, in primis tra Malcontenta e Marghera, cioé quelle più duramente e tragicamente colpite nei decenni scorsi dalle distorsioni e dall'impatto ambientale dello sviluppo di Porto Marghera, zona la cui crescita, pagata soprattutto da lavoratori e comunità residenti, ha fatto e fa comodo a tutto il nordest e a tutto il Paese”. Con il Progetto Moranzani, spiega l'assessore, “per la prima volta a Marghera un progetto di rilancio industriale e portuale viene virtuosamente connesso all'ambiente, recuperando un'area degradata che diventerà un enorme parco e un bosco, ricostruendo il devastato equilibrio idro-geologico, spostando una fabbrica ora a ridosso dell'abitato, interrando appunto l'elettrodotto, potenziando tutti gli impianti di smaltimento raggiungendo l'autosufficienza col massimo di qualità industriale e ambientale, ridisegnando completamente la viabilità e altro ancora”.

TUTTO TACE - Per Bettin, “la sentenza del Consiglio di Stato, motivata in particolare da un difetto di parere del Ministero dei Beni Culturali, blocca tutto questo, cioé un piano già in corso, per il quale sono già state spese somme ingenti e che è, al tempo stesso, un piano di rilancio industriale e portuale e un piano di riqualificazione urbana, sociale e ambientale. Malgrado siano stati sollecitati immediatamente sia dal Comune di Venezia che dalla Regione Veneto, nessuna risposta, nemmeno interlocutoria, è ancora giunta da Roma, dai Ministeri coinvolti, e in generale un silenzio preoccupanti grava sull'intera, cruciale vicenda”. Dunque “é necessario invece rilanciarne l'urgenza e l'emergenza: forse, perdurando il silenzio, sarebbe il caso che le istituzioni interessate promuovessero, a settembre, una grande manifestazione delle nostre popolazioni a Roma direttamente davanti ai Ministeri competenti o davanti a Palazzo Chigi. Magari, così, qualcuno capirebbe meglio”.

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