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Rialto imbrattato, i commercianti: "Chiediamo più illuminazione e più telecamere" FT/VD

Continuano le indagini per identificare il writer che venerdì ha deturpato alcune pietre d'Istria del manufatto. Rischia però conseguenze lievi. Al setaccio il sistema di videosorveglianza

Continuano le indagini per arrivare a dare un volto e un nome ai writer che con le loro scritte hanno "ferito" il ponte di Rialto, quando il manufatto si sta avvicinando alla fine del suo restauro. Le scritte sono comparse venerdì e hanno avuto una vasta eco, specie tra i commercianti del ponte. I quali chiedono più illuminazione e più telecamere per mettere i bastoni tra le ruote a chi interpreta Rialto come una "tela" su cui disegnare. Lunedì, intanto, sono iniziate le operazioni di pulizia. A suon di pennello e strumenti del mestiere. La sera, però, il ponte torna a essere alla mercé di possibili malintenzionati.

Gli uomini della polizia municipale stanno controllando il sistema di videosorveglianza (ma il punto non sarebbe coperto dagli occhi elettronici) e hanno eseguito alcune analisi sulle scritte per riuscire a identificare qualche tratto che possa costituire una "firma" dell'autore. Il problema con cui ci si scontra è anche il fatto che le sanzioni, nel caso si arrivi a un effettivo colpevole, sarebbero piuttosto leggere. "Se verrà contestato solo il danneggiamento - spiega il comandante della polizia municipale, Marco Agostini - allora la sanzione potrà anche essere solo di carattere civile. Nel caso in cui si parli di danneggiamento a manufatto storico, si passerebbe al penale. Intanto però siamo impegnati a identificare l'autore".

Il ponte di Rialto imbrattato

Se le pene fanno poca "paura", allora a rigor di logica serve lavorare per ostacolare in altro modo l'opera dei writer: "Venerdì sera siamo stati vittima dell'ennesimo episodio di vandalismo sul ponte - spiega Filippo Prevedello, rappresentante dei commercianti di Rialto - Quello che chiediamo è una maggiore tutela del manufatto. Serve più illiminazione e servono più telecamere. Chiediamo un incontro col Comune, speriamo avvenga al più presto. Noi commercianti 2 anni fa avevamo speso 22mila euro per ridipingere completamente i portoni esterni. Ora li ritroviamo così". Telecamere a circuito chiuso anche a spese dei commercianti stessi che, per ovviare a problemi di privacy, sarebbero dati "in mano" direttamente alle forze dell'ordine.

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