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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Il Comune di Venezia si anima sulle varianti al Ptrc: "Vincoli assurdi"

La Giunta ha approvato le osservazioni alla variante parziale. Secondo l'assessore 
Ferrazzi così "restano inutilizzati edifici ed aree abbandonate"

“Si tratta di vincoli miopi, che bloccano lo sviluppo qualitativo del nostro Comune e che avranno come risultato quello di mantenere inutilizzati edifici e aree già oggi fatiscenti”. Così l’assessore comunale all'Urbanistica e Gestione partecipata del territorio, Andrea Ferrazzi, ha definito la variante parziale al Ptrc, il Piano territoriale regionale di coordinamento del 2009, con attribuzione della valenza paesaggistica adottata dalla Regione del Veneto a maggio di quest’anno.



LE POLEMICHE - “Per questo motivo – ha continuato Ferrazzi, durante la conferenza stampa che ha tenuto venerdì mattina nella sede della Carbonifera in viale Ancona – la Giunta, oggi, ha approvato una delibera con la quale abbiamo dato mandato al sindaco di firmare le osservazioni alla variante che saranno presentate alla Regione. Inoltre la Giunta, in via cautelativa, ha deliberato anche l’autorizzazione al sindaco per il ricorso straordinario al Capo dello Stato. Infine, la prossima settimana, incontrerò il vicepresidente della Regione, Marino Zorzato, per affrontare direttamente la questione”.
 La variante parziale al Ptrc, illustrata durante la conferenza stampa dal direttore del settore Urbanistica del Comune di Venezia, Oscar Girotto, è uno strumento che intende modificare un piano non ancora approvato e per il quale il Comune di Venezia aveva già presentato in passato delle osservazioni alla Regione, alle quali non ha mai ricevuto risposta.

RECUPERO IMPOSSIBILE? - “La prima questione da considerare – ha spiegato Girotto – è la coerenza di questo strumento in termini giuridici e procedimentali, poiché esso crea un doppio regime di salvaguardia e non tiene conto del lavoro fatto fino ad oggi dai Comuni, di concerto con la Regione, con i Pat, i Piani di assetto del territorio”.
La variante affronta varie questioni che riguardano l’uso del suolo e il sistema idrografico, il sistema della mobilità e la pianificazione paesaggistica. “A questo proposito – ha precisato Ferrazzi – la variante pone dei vincoli davvero assurdi su edifici e sistemi di edifici del Novecento che rientrano nel nostro Pat, come la Stazione ferroviaria di Mestre, l’ex palazzo delle Poste in piazzale Favretti, il Centro culturale Candiani, solo per citarne alcuni. Impedendo di fatto il recupero e la riqualificazione di queste aree ritenute impianti urbanistici significavi, non si tutela il territorio, ma al contrario si alimenta il degrado urbano”.
 Secondo l’assessore si rischia la paralisi: “L’assurdità della variante – ha concluso – è evidenziata dall’articolo 38, che prevede che tutti gli interventi che si vogliono fare su edifici che si trovano nell’ambito del raggio di due chilometri da caselli autostradali e fermate Sfmr debbano essere autorizzati dalla Regione. Questo significherebbe, nel territorio comunale di terraferma, escludere solo Favaro, Campalto e Trivignano”.

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