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Cronaca

Si rifugiò a Venezia per evitare la cattura: la "vedova nera" condannata per l'omicidio del compagno

Secondo il tribunale di San Juan (Portorico) è la mandante del delitto: il miliardario canadese Adam Anhang fu ammazzato a pugnalate nel 2005

Riconosciuta colpevole, in qualità di mandante, dell'omicidio del coniuge, il miliardario canadese Adam Anhang, avvenuto il 22 settembre 2005: per questo Aurea Vazquez Rijos, portoricana, è stata condannata il 3 ottobre insieme alla sorella e al cognato dal tribunale di San Juan. Lei, che dalla stampa internazionale era stata ribattezzata "vedova nera", nel suo lungo periodo di latitanza si era rifugiata anche a Venezia: dal 2011 al 2013, per la precisione, periodo in cui lavorò come guida turistica. Era stata fermata nel 2013 all'aeroporto di Madrid, quindi estradata nel Paese d'origine: secondo l'accusa, il killer che uccise a coltellate il giovane imprenditore all'esterno di un locale di Porto Rico era stato assoldato proprio dalla donna, dietro una ricompensa di tre milioni di euro.

Fuga in Italia

Fin da subito si rincorsero le voci di una possibile implicazione della moglie, che tra l'altro aveva annunciato al futuro consorte una gravidanza inesistente forse per raggiungere l'obiettivo del matrimonio. Per questo la donna decise di prendere l'aereo e trasferirsi in Italia, consapevole delle leggi internazionali sull'estradizione, che non sarebbe stata concessa per reati che prevedono la pena di morte in Porto Rico. Proprio durante questo viaggio la donna avrebbe cercato appoggi all'interno della comunità ebraica di Venezia, bazzicando al Ghetto. Mentre l'FBI le dava la caccia. In Italia si era costruita una nuova vita, dando alla luce due gemelline e trovando rifugio pure a Firenze. Fino alle manette e al carcere.

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