Venerdì è sciopero dei portuali
Astensione nazionale e nei porti di Venezia e Chioggia per 24 ore, indetto da Cgil, Cisl e Uiltrasporti. «Troppa incertezza e lunghe attese per il lavoro e la produzione negli scali lagunari»
Venerdì è sciopero nazionale di 24 ore di tutti i lavoratori dei porti. «Venezia e Chioggia soffrono. Difficile l'accessibilità nautica, il Mose non ha ancora un'infrastruttura che permetta il passaggio delle navi quando le barriere sono alzate, la conca che dovrebbe assolvere a tale scopo non è in cantiere. I tempi per un'adeguata manutenzione dei canali, che permetta l’arrivo delle navi nelle banchine, appaiono lunghi, così come quelli per licenziare il nuovo protocollo fanghi e adeguare il canale Malamocco-Marghera», spiegano i sindacati confederali veneziani.
Il governo ha tolto le grandi navi dalla laguna con il decreto di agosto e le prospettive di ripresa della crocieristica veneziana con gli approdi a Marghera appaiono incerte, affermano Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. «Siamo preoccupati per i tempi stretti rispetto l’arrivo della prossima stagione crocieristica e le ricadute sui lavoratori che da due anni sono senza prospettive. Chiediamo che l’intera comunità portuale e gli Enti locali si facciano carico della riqualificazione e ricollocazione dei dipendenti. E all'Autorità di sistema portuale di promuovere tutte le iniziative e azioni possibili per questi lavoratori, che devono essere garantiti ma che vogliono riprendere l'attività». In pericolo, spiegano i sindacati, sono anche le attività commerciali e produttive per l'incertezza di approdi e terminal. Il rischio è la perdita di competitività nella ripresa dei traffici dopo il Covid. «Non c’è una strategia, un ruolo di questa portualità per la Regione e il Paese, e non è chiara la sua convivenza con la laguna e la città storica. E quindi c'è indecisione sugli investimenti, su cui allo stesso modo pesa il ritardo nel rinnovo delle concessioni».
Analoga la posizione per il porto di Chioggia. «Anche qui esistono deficit pesanti sulle infrastrutture, sui canali inadeguati, il Mose, la statale Romea: è indispensabile la riorganizzazione del lavoro tra terminalisti, Compagnia portuale e imprese di servizio: tutti devono trovare nella loro autonomia occasioni in un sistema che permetta a tutte le imprese di competere e lavorare con garanzie occupazionali». I porti scioperano venerdì 17, «chiediamo al governo, al presidente dell'Autorità portuale, al commissario straordinario e alle istituzioni di darci risposte e certezze rispetto i problemi su cui lottiamo, per il futuro del porto, del lavoro e per lo sviluppo del territorio».