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Cronaca

Zaia: «Ci affidiamo all'istituto superiore di sanità, ma servono ristori»

Le parole del governatore nel corso del punto stampa di oggi dalla sede della protezione civile di Marghera, prima di conoscere il contenuto della nuova ordinanza ministeriale che pone il Veneto in zona arancione da domenica 10 gennaio

La situazione non è rosea, nonostante in Veneto, negli ultimi giorni, ci sia una lieva piega sulla curva dei contagi da coronavirus. «Abbiamo un Rt attorno a 1, ma sappiamo che abbiamo un'incidenza alta ogni 100mila abitanti. Ho ragione comunque di pensare che per la nostra Regione non si parlerà di zona rossa a partire dall'11 gennaio. Non so, comunque, se sarà gialla o arancione». Con queste parole il presidente della Regione Luca Zaia ha introdotto il punto stampa di oggi dalla sede della protezione civile di Marghera, prima di conoscere la decisione del ministro della Salute Roberto Speranza, che con un'ordinanza in vigore da domenica pone il Veneto in zona arancione fino al 15 gennaio (quando scadrà il Dpcm attualmente in vigore).

Zaia: «Rischio terza ondata, c'è preoccupazione»

«Domenica scorsa, come governatori, siamo stati convocati dal Governo, - ha detto Zaia - e ci è stato confermato il pericolo imminente di una terza ondata di contagi. La Germania ha procrastinato le aperture a febbraio, la Gran Bretagna non si sa quando riaprirà. Noi siamo in teoria due settimane in ritardo sulle curve di infezioni europee: per questo siamo preoccupati». Alla luce della situazione italiana ed europea, il governatore ha sottolineato che la Regione si affida all'Iss, qualunque sia la sua posizione: «Non c'è un board più autorevole, - ha ribadito - per questo ci affidiamo a loro. Resta comunque la necessità che ci siano i doverosi ristori».

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