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Cronaca

Veneto in zona arancione, cosa si può fare e cosa no

Un vademecum su tutti i comportamenti che bisognerà tenere fintanto che la Regione rimarrà nella fascia di rischio intermedia

Domenica 17 gennaio, è entrata in vigore la nuova ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, che colloca il Veneto in area arancione; sabato 16, invece, il premier Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm che resterà in vigore fino al 5 marzo e che conferma, tra le altre cose:

  • coprifuoco dalle 22 alle 5
  • scuole superiori in didattica a distanza al 50% (ma in Veneto comunque chiuse fino al 31 gennaio come disposto da un'ordinanza del presidente della Regione Luca Zaia)
  • inasprimento delle soglie per accedere alle differenti zone con restrizioni: con Rt 1 o livello di rischio "alto", o ancora con incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e rischio moderato, si va un area arancione; con Rt superiore o uguale a 1,25, invece, si finisce in area rossa

Veneto in area arancione

Tutti gli indicatori della cabina di regia sono peggiorati la scorsa settimana. La stragrande maggioranza dell'Italia con la nuova ordinanza firmata dal ministro Speranza è stata quindi collocata nella fascia di rischio arancione, Veneto incluso.

Spostamento tra Regioni e visite a amici e parenti

Il divieto di spostamento tra le Regioni, comprese quelle di colore giallo, continuerà a sussistere fino al 15 febbraio (almeno) e non più al 5 marzo. Fino a quella data sarà invece valida la regola che consente una sola volta al giorno ad un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) di andare a trovare parenti o amici nella regione, se questa è in zona gialla, o nel Comune se è in zona arancione o rossa. E sempre fino al 5 marzo sarà possibile spostarsi nelle regioni arancioni dai comuni con una popolazione non superiore ai 5mila abitanti, per una distanza non superiore ai 30 chilometri e mai verso i capoluoghi di provincia.

Stretta sui locali

Il Governo ha anche confermato il divieto della vendita da asporto per i bar dalle 18. Provvedimento fortemente criticato dalle Regioni: «non porta vantaggi significativi sul piano della prevenzione e al contrario rischia di rappresentare un ulteriore fattore negativo di tensione sociale ed economica sui territori», ha detto il presidente della Conferenza Stato Regioni Stefano Bonaccini a nome di tutti i governatori.

Continueranno a rimanere chiuse anche palestre e piscine, anche se si continua a lavorare per consentire la ripresa almeno agli sport individuali nelle zone gialle, così come cinema e teatri. Tornano invece le crociere ed è confermata l'apertura dei musei, ma solo nelle regioni gialle e solo nei giorni feriali.

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