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Cronaca

Quando il Veneto potrebbe tornare in zona gialla

Domani l'incontro tra Regioni e Governo. Se ci fosse un'apertura dal consiglio dei ministri, potrebbero essere previste delle riaperture dopo il 20 aprile, ma gli indicatori dovranno continuare a migliorare (e la pressione ospedaliera diminuire)

«In Veneto abbiamo dati da zona gialla, ma sapete che per legge tutta l'Italia è zona rossa o arancione». Sono le parole di oggi del presidente delle Regione Luca Zaia. Nel corso del punto stampa dalla sede della protezione civile di Marghera ha spiegato che le proiezioni danno un Rt a 0,96 e un'incidenza di positivi di 168 ogni 100mila abitanti. Ad oggi non ci sono notizie ufficiali, ma solo le indicazioni del Governo presenti nel testo del decreto che andrà in scadenza il 30 aprile, nel quale si prevede la possibilità di prevedere delle aperture in quelle Regioni in cui il numero dei contagi sia sotto controllo e dove le vaccinazioni degli anziani procedano speditamente.

Domani l'incontro tra Regioni e Governo

Domani, giovedì 8 aprile, è previsto un incontro virtuale tra Regioni e Governo. «Cercheremo di capire quali saranno le proposte - ha sottolineato Zaia - visto e considerato che è lo stesso Governo che dice che se i dati migliorano si può valutare». Poi ha fatto capire, tuttavia, che bisogna essere molto prudenti, specie valutando la situazione degli stati confinanti e delle nuove dinamiche nel nostro Paese: «Considerate che dall'altra parte abbiamo i francesi che si sono dati altre quattro settimane di lockdown, e da oggi in Italia riaprono le scuole, cosa che avrà un impatto sulla curva epidemiologica. Quindi, qualsiasi allentamento, dovrà avvenire in maniera graduale».

Intanto a livello governativo c'è un piano di parte della maggioranza per un calendario delle riaperture ad aprile. Con date sicure per dare certezza agli operatori economici. Ma che si scontra con il fronte "rigorista" del governo Draghi. Che predica calma e attende la discesa della curva dei contagi

Zona gialla no, riaperture sì?

Ad ogni modo, il decreto prevede che sia una delibera del consiglio dei ministri a decidere le eventuali riaperture (ovvero il ripristino della zona gialla e di quella bianca, magari con limitazioni ulteriori). Ma c'è già chi dice che per una questione di gerarchia delle fonti di legge la delibera del CdM potrebbe non bastare per prendere decisioni come questa. Con Rt sotto 1, terapie intensive e reparti ordinari sotto i livelli di guardia e soprattutto la fascia di popolazione sopra i 70 anni messa in sicurezza potrebbero riaprire bar e ristoranti a pranzo (magari con un orario in un primo tempo ridotto fino alle 16). Una data buona potrebbe essere quella del 20 aprile, ma sarà fondamentale vedere nei prossimi giorni l'andamento delle curve epidemiologiche, dal momento che la situazione, in Italia, è tutt'altro che sotto controllo.

Tornando a livello regionale, se è vero che Rt e incidenza sono sotto controllo, i ricoveri continuano ad essere altalenanti, e la pressione sugli ospedali è evidente. Siamo distanti dal picco di 31 dicembre, quando si contavano 401 posti occupati in terapia intensiva, ma i 295 registrati al 7 aprile sono un numero molto significativo e impattante. La curva comincia ad appiattirsi, questo è vero, ma non si percepisce ancora quella decrescita indispensabile per vedere una luce in fondo al tunnel.

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