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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Venezia, calano sensibilmente i nuovi immigrati in città per colpa della crisi

Secondo i dati Caritas dai circa 3.000 del 2008 ai 1.100 di quest'anno: in un quinquennio l'afflusso di nuove persone è calato attorno al 60%. "E' una situazione preoccupante", ha commentato il vicesindaco Simionato

Dai circa 3.000 del 2008 ai 1.100 di quest’anno: in un quinquennio è calato attorno al 60% l’afflusso di nuovi immigrati nella nostra città. E’ uno dei dati resi noti questa mattina, al Centro Candiani di Mestre, nel corso della presentazione del ventiduesimo Dossier statistico Caritas/Migrantes sull’immigrazione per l’anno 2012, a cui hanno preso parte, tra gli altri, il vicesindaco e assessore comunale alle Politiche sociali, Sandro Simionato, i redattori del dossier Caritas 2012 per il Veneto, don Bruno Baratto e Alessandro Sovera, il direttore della Caritas veneziana, mons. Dino Pistolato, la ricercatrice della Fondazione Leone Moressa, Marta Cordini, il responsabile dell’Osservatorio di Veneto lavoro, Bruno Anastasia, il sindacalista della Cisl di Padova, Fall A. Laity, il responsabile del Servizio Immigrazione e Promozione dei Diritti di Cittadinanza del Comune di Venezia, Gianfranco Bonesso.


Il trend di aumento di presenze straniere nel Veneto tende pure a rallentare: a fine 2011 nella nostra regione (quarta in questa classifica dietro a Lombardia, Lazio ed Emilia) gli immigrati erano 554.000: appena 5.000 in più del 2010. La crisi economica si fa insomma sentire in misura ancora maggiore per l’anello più debole della nostra popolazione. In Veneto i posti di lavoro perduti, nell’ultimo quinquennio, sono stati circa 90.000, 10.000 dei quali riguardanti gli stranieri. La maggior parte dei nuovi arrivi è dato ormai dai ricongiungimenti famigliari, anche se sono già molti gli immigrati che devono rimandare al loro Paese i loro cari, o che decidono di lasciare l’Italia per tentare nuova fortuna in qualche altro Stato dell’Unione Europea.


“E’ una situazione preoccupante – ha rilevato Simionato – che riguarda anche Venezia, seppure nella nostra città vi sia una condizione economica diversa, visto che la maggior parte degli immigrati è occupata nel settore turistico e dei servizi alla persona, che hanno risentito meno della crisi economica. Un quadro a cui si aggiunge il dramma dei 150 profughi arrivati dall’Africa del Nord,  ospitati nel nostro Comune, ancora in attesa di sapere se sarà accolta la loro richiesta di protezione internazionale. A fine anno scadrà infatti la situazione di emergenza riconosciuta loro dal governo.”



A Venezia i maggiori nuovi arrivi (ben 300) hanno riguardato la comunità rumena, seguiti poi da quelli delle altre sei nazionalità che registrano di gran lunga le presenze maggiori, ovvero cingalesi, moldavi, ucraini, cinesi, albanesi e macedoni. Inoltre la minor presenza di gruppi famigliari risulta dall’aumento di solo il 5% dei ragazzi stranieri frequentanti le scuole cittadine, anche se bisogna rilevare come continui ad essere più alto il numero delle donne straniere rispetto agli uomini (17.500 contro 15.000).

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