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Cronaca

Guerra dei plateatici a Venezia, a rischio ben 15mila posti di lavoro

Le nuove norme in arrivo dal governo e dal consiglio comunale prevedono la soppressione degli spazi esterni al minimo segno di problemi o difficoltà

Entrano in vigore le nuove norme e, per ambulanti e pubblici esercizi del centro storico, è subito il momento di preoccuparsi. Come riportano i quotidiani locali, infatti, con il nuovo decreto Cultura del governo Letta diventano effettive importanti disposizioni per la salvaguardia dei beni archeologici, storici, artistici e paesaggistici in grado di causare non pochi problemi ai commercianti e ai bar dotati di plateatico in “complessi monumentali interessati da flussi turistici particolarmente rilevanti”. In parole povere se i tavolini esterni daranno noia la soprintendenza li potrà far sparire in un battito di ciglia.

DOPPIA “MINACCIA” – Inutile dire quanto il nuovo decreto preoccupi i lavoratori veneziani, che rischiano di vedersi ritirare le concessioni dall'oggi al domani. Ad aumentare la tensione c'è anche il nuovo regolamento per il commercio su aree pubbliche, ancora in fase di discussione alla commissione comunale ma già contestato da Ascom e Aepe. Anche qui i plateatici sono il pomo della discordia: un articolo delle nuove norme infatti prevede la possibilità di revoca della concessione da parte della Giunta nel momento in cui si verifichi una caduta della domanda, una rilevante riduzione della capacità attrattiva del mercato, un mancato utilizzo dei posteggi per 12 mesi e, soprattutto, in presenza di “esigenze di viabilità, sicurezza, igiene e sanità o di generale riordino delle aree coinvolte; per tutela e salvaguardia delle zone di pregio artistico, storico ed architettonico ed ambientale”. In poche parole anche la Giunta potrebbe far sparire tavoli e ombrelloni da un momento all'altro.

IN RIVOLTA – Ovviamente le nuove disposizioni di legge non sono state accolte a cuor leggero dai lavoratori veneziani interessati: sono infatti almeno 500 gli ambulanti lagunari preoccupati e altri 800 gli esercenti che guardano con paura ai nuovi decreti. In totale si parlerebbe di anche 15mila posti di lavoro. In un momento come questo (ma il discorso non cambierebbe di molto neppure in tempi migliori), praticamente un'ecatombe. Aepe e Anva ora chiedono all’assessore Rey di modificare il testo del regolamento, prevedendo la compresenza di più parametri e, comunque, che il giudizio finale sia del Consiglio e non della Giunta, ma per ora resta la paura.

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