Venezia non entrerà nella lista Unesco dei siti a rischio
La decisione all'unanimità del Comitato del patrimonio mondiale, riunito a Riyad. Soddisfatti il sindaco Brugnaro e il governatore Zaia
Il comitato Unesco riunito a Riyad, capitale dell'Arabia Saudita, ha stabilito oggi di non inserire Venezia nella lista dei siti patrimonio dell'umanità a rischio. Sul posto è presente una delegazione direttamente da Venezia, composta dal direttore generale Morris Ceron, dal vicesindaco Andrea Tomaello e dall’assessore all’ambiente Massimiliano De Martin, a supporto dell’ambasciatore italiano.
Il risultato è salutato con soddisfazione dal sindaco Luigi Brugnaro, che parla di «un grande lavoro di squadra per la nostra città». «La decisione - aggiunge - è avvenuta all’unanimità: è la dimostrazione di come siano stati riconosciuti da tutti gli sforzi che stiamo mettendo in campo, ad ogni livello istituzionale, per la salvaguardia di Venezia e che la proposta di inserimento in danger list era molto politica e poco tecnica».
L'amministrazione comunale specifica di avere «fatto sistema» con il governo «per valorizzare tutte le azioni, tradotte in atti amministrativi e investimenti economici, per il futuro della città». La manovra più recente è l'introduzione, in via sperimentale, del contributo di accesso a carico dei turisti giornalieri. Ma «non è certo l’unica», aggiunge il sindaco, «messa in campo per proteggere la città dall’overtourism». Tra queste, nei giorni scorsi aveva citato in particolare il grande progetto della "città campus" con l'obiettivo di attirare migliaia di studenti nei prossimi anni. Infine, il primo cittadino rivolge un ringraziamento al ministro della cultura Gennaro Sangiuliano e al ministero degli affari esteri con la sottosegretaria Maria Tripodi, che, assieme alle loro strutture, «hanno lavorato con noi in questi mesi per predisporre le risposte al dossier su Venezia».
A ruota il commento del presidente della Regione, Luca Zaia: «Venezia è salva e continuerà ad essere patrimonio dell’umanità. Quello dell’Unesco è un riconoscimento che non è mai stato messo in discussione, nella nostra mente e nel nostro cuore. Oggi sono stati fugati tutti i dubbi, è una importante vittoria per la città di Venezia e per tutto il Veneto». Dello stesso tenore la considerazione del senatore FdI Raffaele Speranzon: «Venezia non finirà nella lista nera dei siti in pericolo grazie all'importante azione sinergica tra governo, enti territoriali e ministro della cultura. Il lavoro di squadra ha fermato questa decisione, che sarebbe diventata una macchia oltraggiosa per la storia secolare della città».
Per Daniele Giordano, segretario della Cgil di Venezia, il concetto non cambia: la città «perde residenti, perde i suoi giovani, offre lavoro solo precario e non ha nessuna strategia per essere il motore di una vasta area metropolitana. Il ministro della cultura canta vittoria, quando l’unica reale vittoria sarebbe un progetto rilevante sulla città, e non ce n’è nessuno in questo ambito. Forse ora che il pericolo è scampato, ci sarà il tempo per parlare di produzione culturale, e non soltanto di una città da congelare e mettere in mostra».