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Cronaca Tessera / Tessera

Dal prefetto per i lavoratori di Save Cargo, i sindacati cercano di tenere fermo il contratto

La crisi ha cancellato il trasporto merci e persone. La compagnia intende applicare condizioni contrattuali più vantaggiose, ma i sindacati non ci stanno. Cgil, Cisl, Uil e Ugl: «Non c'è un crollo della domanda ma un blocco per la pandemia. No a cambiamenti strutturali». Crisi anche per i 400 della sicurezza

Tavolo per il raffreddamento della vertenza Save Cargo oggi, giovedì 25 marzo, in prefettura. Nessuna intesa è stata infatti raggiunta agli incontri fra sindacati dei trasporti Cgil, Cisl, Uil e Ugl veneziani e la compagnia aeroportuale, dei giorni scorsi. La crisi sta cancellando mobilità merci e passeggeri. La società, che intendeva attuare una modifica unilaterale delle condizioni contrattuali a partire dal primo marzo, ha rallentato. I sindacati si sono opposti al passaggio dalla sezione contrattuale gestore a quella handling, per 60 addetti del Marco Polo, che consentirebbe un risparmio del costo del lavoro per l'azienda ma anche una regressione di tutti i parametri applicati ai dipendenti, compreso un 10-15% in meno, in generale, in buste paghe dai livelli medi stabiliti dai contratti nazionali di lavoro, perché non c'è una voce specifica per il premio di risultato, a differenza dell'inquadramento che riguarda i lavoratori della società Triveneta Sicurezza.

Un'altra vertenza è in corso per questi dipendenti che lavorano sia a Venezia che a Treviso, che rigiarda appunto la contrattazione integrativa: un 25% dei guadagni. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil scrivono: «Si vuol far pagare ai lavoratori i costi della crisi senza valutare nessun percorso di tenuta occupazionale e dei redditi né alcuna prospettiva verso la riapertura. Confidiamo che senso di responsabilità sia messo da ambo le parti», riferendosi a Save. Non si è trovato un accordo neppure sulla gestione della cassa integrazione per i circa 400 lavoratori dei due scali veneti. «La società del gruppo Save nel passaggio tra cassa integrazione straordinaria e l’apertura delle 12 settimane di cassa in deroga Covid, si rifiuta, infatti - scrivono le sigle - di erogare il supplemento economico che permetteva ai dipendenti di percepire fino all’80% della media delle retribuzioni precedenti alla cassa, e di anticipare le somme per l’Inps, come previsto dal decreto Sostegni».

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