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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Murano

Un impianto per il recupero e il riciclo del vetro: l'idea per far uscire Murano dalla crisi

È la proposta avanzate da Confindustria all'incontro con il ministero dello Sviluppo economico. E poi il riconoscimento di area di crisi e l'istituzione della Zona Franca Urbana

Serve un tavolo sulle urgenze del comparto del vetro, da cui arrivi un pacchetto di misure di sostegno: lo chiede con forza Lucio De Majo, presidente della sezione vetro di Confindustria Venezia, che martedì ha partecipato all'incontro tenutosi al ministero dello Sviluppo economico sulla situazione produttiva e commerciale delle vetrerie di Murano. Nella stessa occasione è stato depositato un documento condiviso da Confartigianato Venezia sulle criticità e le proposte di sostegno al settore.

"Le aziende hanno bisogno di ripartire al più presto con certezze - commenta De Majo - Da una parte attendiamo che al Senato si concluda finalmente l’incresciosa vicenda degli sgravi fiscali con l’attenuazione degli interessi sulle somme dovute per gli aiuti di Stato; d’altro canto rileviamo la necessità di attuare un pacchetto di misure di sostegno. Se l’arte millenaria del vetro costituisce un patrimonio culturale immateriale, bisognerebbe farci riconoscere dalla Commissione una deroga al Trattato Europeo che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno. A queste categorie appartengono proprio gli aiuti alla cultura ed alla conservazione del patrimonio, dovendosi intendere per tale anche il patrimonio immateriale in tutte le sue forme, compresi i costumi e l'artigianato del folclore tradizionale".

"Questa deroga - specifica - ci darebbe la possibilità di contrastare la crisi un po’ con interventi mirati sulle singole imprese ed un po’ con interventi strutturali, come ad esempio la banda ultra larga o il trattamento consortile del rottame di vetro, cioè il vetro che viene scartato dalla produzione". L'idea è la realizzazione di un impianto di recupero del cocciame di vetro "che permetterebbe non solo la riduzione dei costi di prelievo, trasporto e smaltimento dei rifiuti del 50%, ma in termini ambientali la riduzione degli impatti derivanti dalla movimentazione del rifiuto e dal consumo di materie prime vergini. Il materiale così ottenuto potrebbe essere riutilizzato in vetreria al posto della materia prima e come componente di materiali per l'edilizia. Una operazione significativa perché un recente studio della Stazione Sperimentale del Vetro ha stimato che annualmente le vetrerie muranesi producono 700-1000 tonnellate di rottame di vetro".

Tra le altre misure necessarie al rilancio ci sono il riconoscimento come area di crisi non complessa, l'istituzione della Zona Franca Urbana, la certificazione nazionale del marchio vetro artistico di Murano quale requisito obbligatorio per l’attività di lavorazione del vetro di Murano che deve essere identificato peraltro quale bene intangibile dell’Unesco. All'incontro di martedì, che ha visto l'apporto anche della Città Metropolitana e della Regione Veneto, seguirà un successivo vertice a settembre dopo l'approfondimento dei temi emersi.

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