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Il vetro di Murano a Palais Lumiere grazie all'accordo da 30 milioni di euro

Dai lampadari agli oggetti, e poi sculture e vasi per illuminare, abbellire e decorare gli interni della torre. Il progettista Basilicati: "Patrimonio da valorizzare al massimo per la nostra storia"

"Un accordo di grande spessore, che rilancerà le aziende muranesi marchiate e porterà l’artigianato di eccellenza garantito all’interno del Palais Lumière, la famosa e avveniristica torre che lo stilista Pierre Cardin costruirà nell’area di Marghera". Queste le speranze del Consorzio Promovetro di Murano e la maison Pierre Cardin per l’intero progetto del Palais Lumière. Un accordo che è stato illustrato nelle Sale Apollinee del Gran Teatro La Fenice di Venezia che prevede che, per gli spazi pubblici e comuni e ogni volta che venga allestito dalla maison Cardin uno dei 1500 ambienti e si utilizzi vetro artistico, questo sarà esclusivamente vetro prodotto nell’isola di Murano.

Appartamenti e spazi comuni, dai corridoi alla sala congressi, che saranno quindi illuminati, abbelliti e decorati anche con il tradizionale vetro veneziano, frutto dell’ultimo vero polo produttivo rimasto a Venezia. Non solo lampadari, applique, piantane, ma anche vasi, oggetti, sculture, qualsiasi tipo di prodotto venga scelto per rendere confortevole e di design gli spazi della nuova costruzione che si ergerà su Venezia e sulla sua terraferma. In termini di indotto vuol dire per Murano una commessa stimata per 20-25 milioni di euro. Tutto questo senza dimenticare le altre iniziative previste dall’accordo che vedranno il vetro di Murano assumere il ruolo di protagonista attraverso la realizzazione di mostre e la collaborazione con l’università del Design, che troverà sede all’interno del complesso architettonico.

“L’importanza di un accordo con Promovetro sta nel fatto che Murano deve risorgere e tornare a ripristinare la sua vocazione millenaria. Negli ultimi decenni, grazie alla globalizzazione e ai media, le differenze stanno scomparendo: chi ha aperto un’azienda in Italia negli ultimi dieci anni potrebbe produrre identicamente ad un’azienda cinese con la stessa età – commenta l’ingegnere Rodrigo Basilicati, nipote di Pierre Cardin, progettista di Palais Lumière -. La chiusura dunque di molte vetrerie a Murano è la perdita di un patrimonio per la cultura del mondo intero. Bisogna che le vetrerie riaprano una ad una prima del passaggio di una generazione, altrimenti quei maestri vetrai ora in pensione forzata non potranno più trasmettere il loro mestiere. Inoltre noi vogliamo e dobbiamo lavorare con le imprese autoctone anche per limitare l’incidenza del trasporto nella costruzione di Palais Lumière. Intendiamo infatti ottenere un’importante certificazione Leed con l’obiettivo di raggiungere la “zero emission” ed una voce importante in tal senso riguarda proprio la mobilità, che incide anch’essa sull’emissione di CO2 nell’atmosfera non solo dopo, ma anche durante la costruzione dell’opera”.

PALAIS CARDIN: LA CRONACA

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