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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Ok all'acquisto del Capannone. Concessione ai sindacati dopo l'operazione. Scatta l'occupazione Cgil

Via libera con 23 voti a favore in Consiglio all'operazione fra Comune ed Eni Rewind. L'assemblea si spacca sull'accordo per l'utilizzo sindacale. Nessuna sospensiva e in serata l'annuncio del presidio a oltranza. Prima notte dentro al fabbricato

Nessuna sospensiva alla delibera per l'acquisto del Capannone del petrolchimico di Marghera, come aveva chiesto il Partito Democratico. La discussione in Consiglio giovedì è andata avanti per più di 4 ore e al termine 23 consiglieri hanno votato a favore e 11 non hanno partecipato al voto, quasi tutta l'opposizione. Dopo tre commissioni consiliari, con la partecipazione dei sindacati Cgil, Cisl e Uil e le categorie dei chimici Filctem, Femca e Uiltec che avevano chiesto nero su bianco un accordo con il Comune per la continuità delle attività sindacali al Capannone, le visioni contrapposte di maggioranza e opposizioni hanno portato alla spaccatura definitiva dell'assemblea. Non sull'acquisto da parte del Comune del fabbricato che anzi, è stata salutata come un modo per tenere lontani «appetiti speculativi» su quell'immobile. Ma per la diversa interpretazione dei tempi dell'accordo o protocollo, per l'utilizzo sindacale, prima o dopo il voto. La Cgil ha ripetuto come non ci sia mai stato un confronto con il Comune ed Eni, seppur richiesto. Posizione appoggiata anche dall'opposizione, che ha potuto trovare parziale accoglimento nell'impegno dell'assessore al Patrimonio, Paola Mar, a interfacciarsi con la comunità e i sindacati una volta concluse le procedure di acquisizione.

Gli interventi

«In questo Capannone - ha detto il segretario Cgil Ugo Agiollo - assemblee, inizative, manifestazioni hanno rappresentato i punti alti e le difficoltà della storia della città. Ora la delibera della cessione avviene senza che ci sia stata alcuna interlocuzione vera. Preferiamo che sia il Comune a prendere lo stabile anziché un privato, ma avevamo chiesto un tavolo prima di allora, per arrivare a un protocollo per le garanzie e le modalità di utilizzo. Il Capannone - ha detto Agiollo - è sempre stato a disposizione della città per quanto ci riguarda: dai concerti della Fenice alle iniziative della Biennale, ma vogliamo discutere del futuro di questo fabbricato anche mettendo a disposizione le nostre idee, visto che non c'è a Venezia un luogo dedicato al lavoro. Questa idea che "si continua con l'acquisto e poi ne discutiamo", non ci trova d'accordo - anche perché l'utilizzo sindacale del Capannone è quotidiano attualmente -. La contrasteremo e proseguiremo con le nostre iniziative».

«Non ho sentito da parte di nessuno sentir dire che non ci sia la volontà di concederlo - interviene Giuseppe Callegaro della Femca Cisl - ma chiedo si arrivi a sottoscrivere un accordo per la garanzia dell'uso del Capannone perché da anni questo fabbricato svolge il compito di permettere le assemblee. L'accordo è indispensabile, lo dico chiaramente. Cambiano le giunte e i sindacati e a noi interessa un atto scritto per l'uso e per i quadri affinché restino dove sono. Si vuol fare il restauro delle opere? Sottoscriviamo tutto. Ma qualche quadro era già sparito anni fa e abbiamo fatto le lotte per farlo tornare dove era. Non parlo a caso. Restino cose scritte per tutti - dice Callegaro - per poter avere noi una corsia preferenziale nell'utilizzo, come sempre abbiamo fatto con Eni. Il Capannone ha un significato sindaacle legato alle nostre inizitaive sindacali. Indifferente se l'accordo viene prima o dopo». E su questo punto Cgil e Cisl si distinguono. Cgil avrebbe voluto sospendere la delibera e trovare l'accordo prima.

Le informazioni sull'acquisto

Il fabbricato, 859 metri quadri e oltre 200 di scoperto, fatto nel 1970, ha ricordato l'assessore Mar, viene comprato a poco più di 3.900 euro, cifra simbolica, e il Comune mette 320 mila euro per la messa a norma degli impianti. Verrà elaborato un cronoprogramma di massima dei lavori previsti entro un anno dall'acquisto e saranno fatte relazioni sul relativo stato di avanzamento. I beni mobili presenti nel Capannone (tra cui quadri, sculture e documenti vari), dichiarati non di proprietà della parte venditrice, non saranno oggetto dell’acquisizione. Verrà dato mandato all’assessore al Patrimonio, Paola Mar, di definire le modalità di utilizzo degli spazi, attraverso un percorso partecipativo con la comunità di Porto Marghera, le organizzazioni del lavoro, sindacali e di categoria, aggiornando periodicamente le Commissioni consiliari. «È il Comune che lo compra, per restituirlo alla collettività».

L'occupazione del Capannone

Subito dopo il voto, dopo aver seguito i lavori del Consiglio attraverso un grende schermo al Capannone di Marghera, Cgil e Filctem hanno dichiarato l'occupazione del fabbricato. In cinque hanno deciso di trascorrere la prima notte all'interno del Capannone, mentre sono stati stabiliti dei turni per il presidio permanente alla struttura che andranno avanti fino a quando, dicono io segretari Ugo Agiollo e Davide Camuccio, non ci sarà una convocazione dal Comune per discutere dell'accordo che garantisce nero su bianco la possibilità per i sindacati di continuare a svolgere qui, come si fa dal 1970, e nelle solite modalità con cui Eni lo mette a disposizione previa richiesta nel giro di un'ora, le loro attività sindacali. Alla petizione lanciata da Cgil su change.org per "salvare il Capannone" hanno risposto decine di persone, molte delle quali andranno a visitare anche venerdì sindacalisti e lavoratori in via Bottenigo a Marghera.

L'occupazione del Capannone-2

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