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Mix di controlli a strutture ricettive, dagli annunci web alle imposte non versate VIDEO

Scovare le decine di situazioni irregolari tra i 60 mila posti letto offerti per le locazioni turistiche a Venezia, sta diventando più agevole grazie a un software e alla collaborazione fra Guardia di finanza e polizia Municipale

«Non è un segreto che ci siano 60 mila posti letto e strutture ricettive in città, una diffusione notevolissima in 10 anni. Oggi c'è un proliferare di queste attività in tutte le zone del centro storico, della terraferma e delle isole». L'azione di controllo sulla regolarità di questi extra alberghi è resa complicata anche dalla loro aumentata presenza a Venezia. «Finanza e polizia locale hanno avviato nei due mesi estivi e nei primi 15 giorni di settembre dei controlli serrati congiunti su queste locazioni a uso turistico, che hanno portato a scovare decine di posizioni abusive, completamente o parzialmente nascoste al fisco, violazioni amministrative, lavoratori in nero, omessi pagamenti dei canoni Rai e, tramite le informazioni dell'anagrafe tributaria e gli accertamenti bancari, omesse dichiarazioni dei redditi ed entrate in nero, con importanti sottrazioni di entrate al fisco». Il comandante della Guardia di finanza provinciale di Venezia, Giovanni Salerno, e il comandante della polizia Municipale di Venezia, Marco Agostini, hanno spiegato giovedì i risultati dell'attività svolta in collaborazione tra le forze di polizia, che ha portato a notevoli risultati sul piano del contrasto all'abusivismo e alle irregolarità delle affittanze turistiche extra alberghiere, in città storica e in terraferma.

Il software creato dalla finanza, "Dogale", si sta implementando anche con i dati forniti dalla Regione, cioè le comunicazioni di avvio dell'attività, e con le informazioni sul versamento delle imposte di soggiorno. Dalle recensioni sul web ai segnali che la finanza coglie, in base a una lista di alert inserita nel sistema, Dogale scova attraverso un'analisi di rischio, un target ristretto di situazioni che poi vengono passate in rassegna dalla finanza. A cominciare dalla presenza o meno della targhetta sul portone, che segnala l'esistenza di un B&b, mancanza lieve, fino all'individuazione di affitti per turisti completamente in nero, dove non viene dichiarato nulla, e resta sommerso perfino il lavoro del personale di servizio. «Situazioni rischiose anche sotto il profilo della sicurezza, in caso di omessa segnalazione dei dati anagrafici degli ospiti alla Questura», spiega Agostini. «E che a partire da omissioni di entità lieve, come può essere la mancanza della targhetta, possono portare a scoprire evasioni fiscali e mancate dichiarazioni dei redditi per migliaia di euro», aggiunge Salerno. Tutto a danno di una città che è tornata ad ospitare centinaia di migliaia di persone pur essendo fragile e bisognosa di attenzioni e cure particolari che si traducono in risorse economiche speciali.

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