"Vincere con un libro che si chiama 'L'ultimo Arrivato' ha un significato tutto particolare". Non sta nella pelle Marco Balzano, che con il suo libro edito da Sellerio che racconta le storie di migrazione italiana ha stregato la giuria del Premio Campiello. Il 37enne, professore al liceo, ha sbaragliato la concorrenza di Antonio Scurati (75 voti contro i 117 del vincitore, in totale erano 282), di Carmen Pellegrino (35 voti), di Paolo Colagrande (34 voti) e Vittorio Giacopini (21 voti).

La serata di gala con la consegna del riconoscimento letterario tra i più ambiti è andata in scena come da tradizione al Teatro La Fenice, con la conduzione di Geppi Cucciari e di Neri Marcoré: "Vorrei ringraziare tutte le persone con cui ho lavorato a più stretto contatto - ha commentato a caldo Balzano - Vorrei ringraziare il mio amico Francesco, presente qui, il mio editore di fiducia, ossia la mia moglie Anna, e mia figlia. Cui questo libro è dedicato".

Dopodiché l'attenzione si concentra su quei volti e quelle storie che hanno costituito l'ossatura del libro: "Voglio ringraziare anche tutta la gente delle varie città che mi hanno aperto la porta di casa raccontandomi le loro storie di migrazione infantile. Perché la fantasia può arrivare solo fino a un certo punto - ha concluso Balzano -. La scrittura è un mestiere il più delle volte solitario, ma questo libro è quello che mi ha fatto sentire meno solo. Ninetto, il protagonista del mio libro, rispecchia la mia idea di letteratura basata sul realismo".

Balzano è autore di una storia che affronta il triste e poco noto problema dell'emigrazione infantile negli anni '50 dello sviluppo economico; una storia che drammaticamente sembra avere molte attinenze con le tragedie dei nostri giorni, in contesti però - come ha ricordato l'autore - dove alla speranza di un possibile sviluppo oggi c'è una emigrazione intercontinentale di gente che fugge anche da scenari di guerra. Il vincitore, euforico ma emozionato, ha definito il suo lavoro "commovente" e alla domanda a chi farebbe interpretare la storia in un film ha risposto senza esitare: "Toni Servillo". L'opera di Balzano racconta la storia di un ragazzino che parte e fugge dalla Sicilia lasciando dietro di se una famiglia che, come il padre, preferisce saperlo lontano ma con almeno un cenno di futuro.

La Giuria dei Trecento Lettori Anonimi della 53^ edizione del Premio Campiello era così composta: 50% maschi e 50% femmine, 20 casalinghe, 50 imprenditori, 106 lavoratori dipendenti, 71 liberi professionisti e rappresentanti istituzionali, 31 pensionati, 28 studenti. Tra i personaggi famosi: Ernesto Galli della Loggia, Marina Massironi, Vittoria Puccini, Giulio Scarpati.

Roberto Zuccato, presidente della Fondazione Il Campiello e di Confindustria Veneto, ha dichiarato: “Dobbiamo ritornare a credere nel sogno italiano, consapevoli che l’Italia ha grandi risorse, che è la patria del Bello e del Ben Fatto riconosciuta in tutto il mondo. Il Premio Campiello è uno dei più importanti premi letterari italiani, soprattutto uno straordinario esempio di dialogo tra impresa e cultura. Una storia di successo di oltre mezzo secolo, che si rinnova grazie agli scrittori, agli editori e ai nostri partner. E’ il sogno di noi imprenditori veneti, ogni anno tradotto in realtà con passione, un progetto di cui andiamo profondamente orgogliosi”.

LA  CLASSIFICA FINALE - Al secondo posto con 75 voti si è classificato Antonio Scurati, Il tempo migliore della nostra vita (Bompiani), al terzo con 35 voti Carmen Pellegrino, Cade la terra (Giunti), al quarto con 34 voti Paolo Colagrande, Senti le rane (Nottetempo), al quinto con 21 voti Vittorio Giacopini, La Mappa (Il Saggiatore).