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Cronaca

Tutti al lavoro, esercito di volontari in azione dalla prima mattina

Anche le ditte specializzate all'opera. Dalla prossima settimana si affrontano la gestione degli sfollati e le richieste di rimborso, a Mira c'è il problema amianto

Volontari all'opera ovunque, un vero esercito che anche sabato si è messo in moto sotto il coordinamento della protezione civile e dei vigili del fuoco per continuare ad affrontare l'emergenza, la distruzione causata dal tornado che mercoledì si è abbattuto sulla Riviera del Brenta. Solo venerdì se ne sono presentati 150, poi distribuiti soprattutto tra Mira e Dolo: a Cazzago di Pianiga le macerie sono ormai completamente rimosse, mentre ora sono all'opera le ditte specializzate, tra cui Veritas. La protezione civile provvede a registrare le persone che si fanno avanti per dare una mano, invitate a presentarsi alle 7 di mattina al centro di Sambruson di Dolo, in via Brusaura, e al centro operativo di vigili del fuoco e protezione civile di piazza IV Novembre a Cazzago. Dopodiché li smista a seconda del bisogno.

Il lavoro delle ditte specializzate si concentra tra l'altro nelle zone industriali, specialmente a Mira, dove agli edifici in rovina si aggiunge il problema dell'amianto. Le operazioni di smaltimento sono delicate, tanto che la zona industriale è stata completamente chiusa al pubblico con apposita delibera comunale. Situazione critica anche ad Arino di Dolo, molti fabbricati distrutti pure lì: la sede della Horeca Brenta, una grossa ditta di distribuzione bevande, è stata completamente scoperchiata dalla furia del tornado. Sono volati via i pannelli fotovoltaici sul tetto, ma anche, una volta che parte della struttura è rimasta a cielo aperto, molta della merce presente in magazzino. Il contributo dei cittadini è comunque fondamentale: a Dolo verranno messi in piedi da lunedì dei gazebi a cui popolazione potrà consegnare attrezzatura utile per continuare le operazioni, ad esempio carriole, pale, strumenti vari.

Ovunque si lavora, ovviamente, per tornare alla normalità: ma ci vorrà molto tempo, e già nei prossimi giorni andrà affrontata con decisione l'emergenza sfollati. Sono circa 130, perlopiù a Cazzago, le cui case sono completamente distrutte o inagibili: in questi giorni si è cercato di fare avere loro un tetto sotto il quale dormire, molti si sono recati nelle case di parenti o amici. Ma già da lunedì bisognerà lavorare con prospettive a lungo termine, perché molti di loro dovranno passare mesi senza un'abitazione: si stanno cercando seconde case, spazi comunali, spazi messi a disposizione di associazioni, si sonda il terreno per tentare di dare una risposta agli sfollati. Soprattutto per le situazioni più delicate: il sindaco di Dolo, Alberto Polo, racconta delle coppie con donne incinta, in alcuni casi l'uomo è senza lavoro: per questo il Comune si sta muovendo anche con le banche, cercando una soluzione. Anche Polo ha sentito il premier Matteo Renzi, che gli ha ribadito l'impegno del Governo.

Un impegno che la politica locale sollecita a concretizzare quanto prima: l'assessore alla Protezione civile di Pianiga, Simone Guerra, pensa a lunedì, quando le imprese cominceranno a lavorare per sistemare i tetti delle case. Il problema è chi pagherà. "L'importante è che lo Stato si muova velocemente", dichiara. Di mezzo ci sono anche banche e assicurazioni, e tutto l'iter burocratico che i cittadini dovranno seguire per chiedere di ottenere i rimborsi dei danni. Ecco perché al momento si cercano anche volontari che facciano formazione per la compilazione delle pratiche burocratiche necessarie, negli appositi incontri che dovrebbero essere organizzati la settimana prossima. A Cazzago intanto sabato mattina si è celebrato un matrimonio: sicuramente qualche sorriso in mezzo a tanta distruzione.

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