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Cronaca

Se Zaia decidesse di imporre delle restrizioni più severe

Il Veneto, è notizia di questo pomeriggio, rimane zona gialla. Domani è prevista una riunione con i sindaci delle città capoluogo per adottare delle misure di "contenimento", dopo che nel fine settimana molti veneti si sono "esibiti" in assembramenti in città e al mare

Sono passati 7 mesi da quando, lo scorso 14 aprile, il presidente della Regione Luca Zaia diceva che vedere certe foto lo faceva «incazzare». All'epoca si trattava delle libertà che molti cittadini si erano presi dopo che lo stesso governatore aveva deciso di togliere il limite di 200 metri agli spostamenti da casa propria. Lo scenario, oggi, è diverso, ma certe foto fanno capire come molte persone non abbiano ancora chiara (e si fa fatica a capire il perché) la delicatezza dello scenario in cui tutti, nostro malgrado, ci troviamo: crescita esponenziale dei contagi e aumento dei ricoveri, negli ultimi giorni anche in terapia intensiva. La situazione del Veneto, se rapportata ad altre zone d'Italia, è meno grave, ma di certo non può non fare preoccupare. Basta dare uno sguardo all'ultimo bollettino di Azienda Zero (riferito alle 17 del 9 novembre), ad esempio, con 981 nuovi casi di contagi da coronavirus, per un totale di 54.097 persone attualmente positive, e 1740 pazienti positivi ricoverati in ospedale, dei quali 204 in terapia intensiva.

Nella riunione di oggi tra il ministro della Salute, Roberto Speranza, il comitato tecnico scientifico e l'istituto superiore di sanità, è stato deciso che cinque Regioni (Abruzzo, Basilicata, Liguria, Umbria e Toscana) da mercoledì passeranno dall'area gialla a quella arancione. Il Veneto, quindi, resta, almeno per ora, nella zona gialla. Almeno per ora, perché il confine tra area gialla e arancione (ma anche tra gialla e rossa) è molto sottile, e in pochi giorni la situazione potrebbe precipitare, specie senza la collaborazione di tutti i cittadini; quella collaborazione che Zaia ha invocato nel corso del punto stampa di oggi dalla sede della protezione civile di Marghera.

Gli assembramenti nel weekend

Nel weekend di sole appena trascorso una parte dei veneti non ha dimostrato consapevolezza della gravità della situazione, o non ha voluto farlo. Il governatore ha annunciato di essere pronto ad inasprire le restrizioni attualmente in vigore nella nostra Regione. Allo scopo, domani è prevista una riunione con i sindaci delle città capoluogo, ed è facile immaginare che saranno adottate delle contromisure per controllare gli assembramenti, specie quelli dei fine settimana. Sempre che Zaia non decida di utilizzare il pugno di ferro, firmando un'ordinanza per limitare la diffusione del contagio. Perché se è vero che in Veneto ci sono 1016 posti attivabili in terapia intensiva, 200 dei quali appannaggio di pazienti non-covid, perché non solo di (e con) coronavirus si muore, è altrettanto vero che «i posti letto sono quelli, il sistema tiene ed è organizzato, ma oltre un certo limite non va».

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