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Cronaca

Il nuovo monitoraggio dell'Iss preoccupa, Zaia: «Il Veneto non sarà sempre isola felice»

Il governatore mette in guardia i veneti sulla situazione "positiva" in Veneto rispetto a molte altre Regione d'Italia, anche confinanti

«La situazione nazionale non è per nulla rosea, sono molto preoccupato per l'evoluzione del virus. Vedo i dati di altre Regioni: oltre il 70% dei positivi in Abruzzo hanno la variante brasiliana. Non è una situazione sulla quale possiamo dormire tranquilli. Forse per noi ha pesato aver fatto tanto contact tracing e non aver aperto le scuole. Ne ho parlato anche questa mattina con Bonaccini e dovremo fare una riunione tra presidenti di Regione. Il Dpcm scade il 5 marzo e dobbiamo essere pronti». Con queste parole il presidente della Regione Luca Zaia ha introdotto il punto stampa dalla sede della protezione civile di Marghera di oggi.

«Il Veneto non sarà un'isola felice per sempre»

Il Veneto oggi, dopo la cabina di regia tra Cts (Comitato tecnico scientifico), Iss (Istituto superiore di sanità) e ministro della Salute Roberto Speranza, resterà con ogni probabilità in zona gialla. Ma la situazione, per l'appunto, preoccupa. Nel periodo 27 gennaio-9 febbraio, infatti, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,99 (range 0,95- 1,07), in crescita rispetto alla settimana precedente e con un limite superiore che comprende l'uno. Questo è uno dei dati principali dell'epidemia, emersi dal monitoraggio settimanale dell'Iss, come contenuto in una nota dello stesso Istituto.

Il nuovo report Iss: i dati

L'incidenza dei casi Covid in Italia a livello nazionale nella settimana di monitoraggio cresce rispetto alla settimana precedente: 135,46 per 100.000 abitanti (8-14 febbraio) contro 133,13 per 100.000 abitanti del periodo 1-7 febbraio (dati flusso ISS), «lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti».

Se la nostra Regione non cambierà di fascia, il rischio, neanche tanto remoto, è che mezza Italia possa ridiventare arancione, per quanto siano in molti i governatori (Lazio, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Lombardia) che si affrettano ad anticipare i dati annunciando di «essere in regola» per restare in giallo.

Anche ieri l'Italia ha registrato oltre 10mila nuovi casi di coronavirus (13.762) e 347 vittime, con un tasso di positività che sale per il secondo giorno consecutivo, passando dal 4,1% al 4,8%. Dati che confermano l'ampia diffusione del virus nel Paese, aggravata dalla presenza ormai accertata delle varianti, sulle quali è cominciata l'indagine dell'Iss. Ed è proprio su questo punto che il governatore Zaia mette in guardia tutti i veneti: «Non bisogna pensare che la nostra Regione rimarrà per sempre un'isola felice».

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