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Cronaca Eraclea

Zaia al processo sui casalesi: «Abbiamo la certezza di infiltrazioni mafiose in Veneto»

La testimonianza del presidente della Regione, oggi in aula bunker per riferire come parte lesa

Chiamato a testimoniare come parte lesa nel processo sui casalesi di Eraclea, il governatore Luca Zaia ha parlato oggi nell'aula bunker di Mestre. «Prima eravamo convinti, e forse avevamo la presunzione di essere indenni da questi fatti; oggi non abbiamo più questa convinzione e abbiamo la certezza che abbiamo infiltrazioni malavitose e mafiose anche in Veneto», sono le sue parole, riportate dall'agenzia Ansa.

«Ho fatto il mio dovere - ha sottolineato -, la Regione si è costituita parte civile e sono venuto a deporre come deve fare ogni cittadino. La Regione potrebbe anche, nonostante la legge, non costituirsi parte civile. La legge lo prevede e credo quindi sia un obbligo denunciare quando qualcosa non va».

Il processo riguarda le attività di stampo mafioso riscontrate nel Veneto orientale, tra Eraclea e San Donà di Piave. Numerosi gli imputati che in parte hanno patteggiato, mentre altri sono sotto giudizio per giri di appalti non trasparenti, usura, estorsioni, fondi neri e altro ancora.

Le indagini avevano portato alla luce nel febbraio 2019 un sistema di malaffare diffuso e di legami tra esponenti della camorra originari della Campania ed imprenditori e politici di Eraclea (era stato arrestato anche il sindaco Mirco Mestre), oltre che bancari, professionisti e componenti delle forze dell'ordine. Per circa vent'anni, come confermato dalla sentenza del rito abbreviato, il clan mafioso aveva gestito i propri affari nella zona, stringendo alleanze con la politica e l'imprenditoria locale. Il boss dell'organizzazione era considerato Luciano Donadio.

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