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AstraZeneca: tanti insegnanti disertano, va meglio nell'Ulss 3. Zaia: «Rafforziamo le liste»

Zaia ha spiegato che avanzano le ultime 16mila dosi di Pfizer e, se domani non arrivasse la fornitura, sarà necessario sospendere le somministrazioni dei richiami. Ulss 3: «Qui solo il 10% di defezioni tra gli insegnanti»

Se domani non dovesse arrivare la nuova fornitura di Pfizer, nei prossimi giorni non sarà possibile effettuare i vaccini di richiamo. Come spiegato oggi dal presidente del Veneto Luca Zaia in conferenza stampa dalla sede della protezione civile di Marghera, infatti, dopo l'approccio prudenziale con l'accantonamento delle seconde dosi, si è deciso di dare fondo ai magazzini. Attualmente nei frigoriferi delle aziende sanitarie venete ci sono 16.224 dosi di Pfizer e 12.366 di Moderna, per il quale non è prevista un'ulteriore tranche di consegna nel corso di questa settimana (e per la terza di fila).

Il punto sui vaccini in Veneto

Guardando ad AstraZeneca, invece, le dosi sono più consistenti: 98mila in tutto, delle quali 23.472 comunque non utilizzabili (sono quelle dei due lotti sequestrati nei giorni scorsi). Proprio sul fronte del siero anglo-svedese si riscontrano criticità, con persone che rifiutano la prima dose o quella di richiamo. «Abbiamo registrato molti abbandoni da parte di insegnanti, - ha detto Zaia - per questo rafforzeremo le liste d'attesa».

La provincia di Venezia, comunque, sembra essere tra le più "disciplinate". Al momento nel territorio dell'Ulss 3 già sette insegnanti su dieci sono stati vaccinati (per la precisione 9.838 hanno ricevuto la prima dose, su 14 mila persone tra personale docente e non docente) e, da inizio campagna vaccinale ad oggi, le defezioni non superano il 10% dei prenotati. «Soddisfatti di aver messo a disposizione il vaccino a questo ampio e cruciale comparto - dice il dg Edgardo Contato -. Il metodo di prenotazione e di adesione si è rivelato efficace e il lavoro sul personale scolastico ci ha permesso di testare la futura vaccinazione su larghissima scala».

Zaia è intervenuto anche in merito alle proteste dei genitori in merito alla didattica a distanza. «Chiudere una scuola è una sconfitta e sono da capire questi genitori, soprattutto quelli con figli nelle scuole d'infanzia - ha detto - Ricordo che quando la Regione poteva chiudere discrezionalmente le scuole ci siamo sempre fermati alle superiori e solo una settimana siamo arrivati alla seconda media. L'Rt in Italia si sta abbassando e spero che il Veneto segua e che dopo Pasqua si possa tornare alla normalità. Dopodiché vedo che sulla scuola vengono proposte soluzioni eroiche, ma forse non si è capito che la scuola chiude a prescindere dalla nostra posizione, è una competenza esclusivamente nazionale e noi non possiamo riaprirle».

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