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Cronaca

L'opposizione si chiede perché un terzo dei vaccini sia nei frigoriferi. Zaia: «Scelta prudenziale»

Il governatore ha spiegato oggi (ma lo aveva già fatto in passato), che le dosi sono tenute da parte per garantire i richiami, nel caso di improvvisi tagli di forniture

«Come mai le operazione di vaccinazioni procedono così a rilento? Ci sono Regioni molto avanti e altre drammaticamente indietro. Ad oggi risulta che quasi un terzo delle dosi, il 30%, sia ancora nei frigoriferi, per quanto riguarda AstraZeneca i numeri sono molto più elevati». L'interrogativo è posto dai consiglieri del PD Veneto, la risposta è arrivata oggi dal presidente di Regione Luca Zaia, nel corso del punto stampa dalla sede della protezione civile di Marghera. «Se il Veneto è a metà classifica per tasso di utilizzo delle dosi di vaccino ricevute - ha detto - è una scelta voluta, prudenziale».

Necessità di garantire la seconda dose

Il governatore ha spiegato che a pieno regime la macchina della vaccinazione veneta può superare le 20mila dosi giornaliere, quando saranno arruolati i medici, invece, la cifra potrà essere ritoccata fino a 50mila. In Veneto, come ha spiegato Zaia, non ci sono difficoltà a fare vaccini, il problema è un altro: «Abbiamo una certezza su carta che arriveranno le forniture, - ha spiegato - ma prudenzialmente le accantoniamo. Abbiamo una platea di persone che hanno avuto la prima dose. Voi avete presente trovarvi a dire alle persone che la seconda dose non c'è perché deve ancora arrivare?».

Il punto stampa è stata anche l'occasione per fare chiarezza sull'impistazione della campagna vaccinale degli over 80, ossia sul perché si stato deciso di partire con la classe 1941 a salire. Dopo le lamentele avanzate nei giorni scorsi da sindacati e opposizioni politiche, Zaia e il ministro alla Sanità Manuela Lanzarin hanno spiegato che la decisione è stata presa «valutando la mobilità, le relazioni sociali e la numerosità della popolazione. Umanamente spiace, ma non avendo vaccini o inizi da sopra o inizi da sotto. Se avessimo iniziato dai 107enni andando in giù avremo avuto una platea più ampia di 80enni che si lamentavano».

Sempre per quanto riguarda i più anziani, che devono ancora ricevere comunicazioni rispetto al momento della loro vaccinazione, è in corso di ultimazione la pianificazione, ma la velocità di chiamata delle coorti sarà maggiore, perché man mano che si sale con l'età la numerosità della popolazione diminuisce.

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