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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Gioco d'attacco sui mercati orientali: «Domanda interna forte, occasione per le nostre imprese»

Il presidente di Confindustria Venezia Rovigo, Vincenzo Marinese, sottoscrive un accordo con il presidente della Fondazione Italia Cina, Mario Boselli, al Vega. Network di ottomila contatti per potenziare business e relazioni con l'Oriente in vista della Fiera internazionale di novembre

I mercati della Cina sono linfa vitale per l'export delle piccole e medie imprese del Veneto. E allora recuperiamo l'ottimismo, la tenacia imprenditoriale e giochiamo in attacco. Dopo l'estate parte la Zes (Zona econoimica speciale) con le agevolazioni fiscali e le semplificazioni burocratiche. La forte domanda interna orientale sono un'opportunità». Introduce così, il presidente di Confindustria Venezia Rovigo, Vincenzo Marinese, la sigla dell'accordo di oggi, 13 maggio al Vega, con il presidente della Fondazione Italia Cina, Mario Boselli.

Il valore dell’export veneto verso il Paese asiatico ha registrato una flessione del -7,96% nel 2020, in ripresa rispetto al -12,3 del 2019 dopo quattro anni di crescita. Segno positivo per le province di Venezia (+28,07%) e Rovigo (+56,06%), rispettivamente con oltre 100 milioni di euro
e quasi 28,5 milioni in valore. Per questo l'intesa punta a creare nuove collaborazioni imprenditoriali tra Venezia e la Cina mettendo a fattore comune il saper fare italiano con la capacità di innovazione e di penetrazione dei mercati internazionali del Paese asiatico. 

La Cina ha ricominciato a crescere. Lo dimostra il grande balzo del Pil, che nel primo trimestre del 2021 ha segnato un record di +18,3% rispetto all’anno precedente. Ad alimentare la ripresa ha contribuito, dopo la grave crisi di inizio 2020 e la forte domanda sia nazionale che estera. Macchinari, prodotti tessili, abbigliamento, calzature, pelli e metalli di base i settori trainanti in Veneto. In crescita, nell’ultimo anno, l’export di metalli di base e articoli in metallo, di legno, carta e stampa, di computer, apparecchi elettrici ed elettronici e di prodotti chimici. In questo scenario, l’accordo per la promozione bilaterale delle relazioni tra Venezia e la Cina mira a facilitare l’avvio di partnership industriali tra i due Paesi. Il raggiungimento di tali obiettivi passa attraverso un confronto sulle opportunità di business che può offrire la Cina insieme alle sue comunità imprenditoriali nel mondo.

Il protocollo d’intesa riconosce un’importanza strategica anche allo scambio di informazioni, per favorire il superamento di criticità legate alla logistica (non è possibile raggiungere con un volo diretto la Cina e una volta arrivati  sono previste tre settimane di quarantena). «La Cina è un paese emergente e un grande consumatore, che dal punto di vista industriale rappresenta anche un importante concorrente. A questo proposito, tuttavia, bisogna ricordare che chi compete cerca innanzitutto di collaborare: è l’obiettivo che vogliamo raggiungere attraverso l’accordo odierno – dichiara il presidente Marinese –. Nell’attuale contesto economico, che vede un rincaro generalizzato della materia prima e dei costi della logistica, il nostro protocollo d’intesa assume una valenza ancor più strategica. L’iniziativa consentirà alle aziende associate di monitorare l’andamento dei mercati e, ove necessario, di reperire il materiale o i semilavorati direttamente dai produttori, oltre a potenziare il network di relazioni».

«Sono lieto della stipula di questo accordo di collaborazione, per supportare le imprese della provincia di Venezia nel processo di internazionalizzazione verso il mercato cinese - dice Boselli - Da imprenditore sono convinto che grazie al network di qualità che la Fondazione vanta con la consorella Camera di Commercio italo cinese – più di 400 soci e 8000 contatti attivi – si potranno sviluppare importanti collaborazioni a favore delle aziende associate e in più in generale per gli attori attivi sull’asse Italia-Cina. Una particolare attenzione sarà riservata alla realtà delle piccole e medie imprese del territorio che, più di altre aziende di dimensioni maggiori e gruppi, hanno necessità di un supporto per operare in Cina».

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