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Economia

Cresce il settore dell'edilizia spinto dai bonus. E il 2023 è l'anno dei cantieri del Pnrr

Ance fa il bilancio di un anno di cantieri in provincia. Gli interventi legati al superbonus valgono un miliardo di euro. Aumentano i costi, per le opere collegate al Mose serviranno 200 milioni in più

L'edilizia nella città metropolitana di Venezia cresce: Cassa Edile calcola oltre 7,3 milioni di ore lavorate nel periodo ottobre 2021 - settembre 2022, più degli ultimi due anni (caratterizzati dal calo in conseguenza alla pandemia) ma anche più del 2018-2019, quando le ore lavorate furono 7 milioni. Gli operai impiegati nel comparto sono 7479, aumentati rispetto all'ultimo biennio ma in leggero calo rispetto al 2018-2019: all'epoca erano 7888. «Dati positivi - commenta il presidente dell'associazione Ance Venezia, Giovanni Salmistrari - che rispecchiano un anno di ripresa, pur con alcuni elementi preoccupanti: tra questi la scarsità di manodopera, nonostante sia un lavoro discretamente pagato e con una serie di tutele». Oltre alle difficoltà legate ai costi dei materiali e dell'energia, che hanno pesato sui margini di guadagno.

Salmistrari ribadisce l'efficacia dei bonus edilizi, che hanno il merito non solo di rinnovare e rendere più efficiente il patrimonio immobiliare, ma anche di «muovere l'economia e contribuire a fare emergere il lavoro nero». In provincia di Venezia si stima che i cantieri superbonus 110% ammontino a un miliardo di euro, tra quelli già conclusi e quelli ammessi a detrazione (fonte Enea). «La proroga del superbonus, probabilmente al 90%, porterà ulteriori effetti positivi - evidenzia il presidente - ma è necessario che le banche riaprano l'acquisto dei crediti, altrimenti la misura perde di efficacia. Il governo dovrà occuparsene, magari prendendo esempio da paesi come la Francia, dove gli incentivi di questo tipo esistono dal 2015 e favoriscono un effettivo efficientamento edilizio che è essenziale per il raggiungimento dell'obiettivo zero emissioni».

Molte aspettative, per gli anni a venire, sono riposte nella partenza dei tantissimi cantieri legati al Pnrr. Solo per citare le opere più notevoli, a Mestre si prevede la realizzazione della bretella ferroviaria di collegamento con l'aeroporto Marco Polo e del "bosco dello sport", ovvero il nuovo stadio con palasport nella zona di Tessera. «La Città metropolitana di Venezia, come fondi a disposizione, è seconda solo a Napoli, e meglio di Roma - rileva Salmistrari -. È probabile, quindi, che nel 2023 il lavoro sarà più concentrato negli appalti pubblici e meno su quello privato».

Sempre nell'ambito delle grandi opere, l'associazione si sofferma sull'avanzamento del Mose. O meglio, di tutti gli interventi complementari di salvaguardia: le barene, i marginamenti, l'impermeabilizzazione di piazza San Marco, la tutela della gronda lagunare, e così via. In questi giorni, sbloccati alcuni passaggi burocratici, dovrebbero essere messi a disposizione i fondi per proseguire con i lavori, ma i problemi non mancano: «L'aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime porterà a costi maggiori di circa il 30% - spiega Ance - quindi è chiaro che i fondi stanziati un anno fa non basteranno. Serviranno 200 milioni di euro in più, che vanno finanziati per non rinunciare a una parte di queste opere che sono fondamentali per la salvaguardia della città e della laguna».

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