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Economia

Doppio sostegno da Stato e Regione al sociale e agli enti locali

Bando da 15 milioni dal Vento per servizi educativi, per la prima infanzia, strutture assistenziali per anziani e disabili. Dal governo 2,1 milioni ai Comuni, alle Province e Città Metropolitane

Contributi a fondo perduto della Regione del Veneto per i servizi educativi, per la prima infanzia, per le strutture assistenziali per anziani e disabili e per i Comuni che hanno attivato centri estivi e servizi per minori e famiglie. La giunta regionale ha riservato un bando da 15 milioni di euro per gli enti e le strutture del privato sociale che erogano servizi indispensabili per le famiglie e per le persone più fragili (minori, anziani e disabili), a far fronte ai maggiori costi determinati dalla pandemia, spiega l’assessore alla sanità e al sociale Manuela Lanzarin. Insieme alla collega al lavoro e alla formazione Elena Donazzan ha predisposto l’intervento attingendo alla dote per l’inclusione sociale del Fondo Sociale Europeo. 

Il bando

A partire da venerdì 24 luglio gli enti del privato sociale e i Comuni che gestiscono questo tipo di servizi possono presentare domanda alla direzione Lavoro della Regione Veneto. Il bando,  “Prendiamoci cura”, prevede una procedura semplificata online di prenotazione del contributo, attraverso un apposito portale che sarà attivato nei prossimi giorni nel sito istituzionale della Regione Veneto.

«Servizi per l’infanzia, scuole paritarie, nidi in famiglia, centri diurni per disabili e anziani, servizi di assistenza diurna, strutture per non autosufficienti ed enti locali sono tra gli enti più in difficoltà – dice Lanzarin – a causa della sospensione delle attività nei mesi di lockdown, del calo degli introiti derivanti dalla rette e dei maggiori costi nella fase di riapertura. I gestori di questi servizi (fondazioni, enti ecclesiastici, cooperative, imprese sociali, enti del terzo settore e del privato sociale) insieme alle amministrazioni comunali, sono l’architrave del welfare di comunità».

Chi partecipa

Potranno presentare domanda i privati che erogano servizi all’infanzia, servizi scolastici e altri servizi educativi-assistenziali e socio-assistenziali rivolti ai minori e alle persone anziane non autosufficienti e alle persone con disabilità, le cui attività sono state sospese o hanno subito l’impatto dei provvedimenti di contenimento del coronavirus; i Comuni del Veneto, per il potenziamento dei centri estivi diurni rivolti a minori dai 3 ai 17 anni, attivati nel proprio territorio comunale da giugno a settembre 2020.

Comuni ed Enti locali

Dei 15 milioni messi a bando, 3 sono riservati ai 505 Comuni che hanno attivato i centri estivi e altrettanti alle strutture per i non autosufficienti. Il contributo unitario per le strutture per non autosufficienti non sarà inferiore ai 6 mila euro, aumentati di 100 euro per ogni posto utente offerto. Stessa logica anche per i Comuni che riceveranno una quota fissa di mille euro, più un contributo variabile legato al numero dei residenti 3-17 anni del proprio territorio. Anche per nidi, servizi educativi e scuole dell’infanzia l’intervento della Regione garantirà una quota fissa di 1500 euro, più una quota variabile in relazione al numero di utenti. L’erogazione dei contributi avverrà in un’unica soluzione da parte di Azienda Zero, che opererà in accordo con l’autorità di gestione del programma operativo Fse Veneto 2014-2020.

Nuova linfa alle amministrazioni locali grazie all'accordo raggiunto nella conferenza Stato-Città che ha sancito l'intesa sullo schema di ripartizione dei tre miliardi stanziati dal decreto Rilancio  di cui 900 milioni sono stati erogati ai Comuni a fine maggio. «Il governo stanzierà altri 2.1 miliari di euro in favore di Comuni, Provincie e Città Metropolitane colpite dal Covid per poter mantenere gli stessi servizi a tutta la cittadinanza - dice il sottosegretario all'Interno Achille Variati -. Il metodo usato, cioè la concertazione tra soggetti pubblici, permette di superare qualsiasi divisione e incomprensione per far ripartire e dare nuova linfa all’Italia».

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