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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Marghera / Porto Marghera

Livorno come Venezia e Gela potrebbe avere presto la sua bioraffineria

La svolta di Eni. «Un nuovo futuro per l'impianto e un aumento della disponibilità di prodotti decarbonizzati e sostenibili per traguardare i target di riduzione delle emissioni»

Dopo Venezia e Gela anche Livorno potrebbe avere la sua bioraffineria, come riporta LivornoToday, con una riconversione degli impianti esistenti. Ad annunciarlo è Eni, che a margine di un incontro sul futuro dello stabilimento di Stagno, con il sindaco di Livorno Luca Salvetti, quello di Collesalvetti, Adelio Antolini, e con il governatore Eugenio Giani, ha parlato delle fasi del progetto che rappresenta un punto di svolta. 

Eni ha spiegato che si tratta della costruzione di un’unità di pretrattamento delle cariche biogeniche, di un impianto Ecofining da 500 mila tonnellate all'anno e di un'installazione per la produzione di idrogeno da gas metano. La realizzazione della nuova bioraffineria all’interno dell’area industriale, che oggi ospita gli impianti per la produzione di carburanti e lubrificanti, consentirebbe così di massimizzare le sinergie con le infrastrutture già disponibili e di assicurare un futuro produttivo e occupazionale al sito.

Un futuro per Stagno 

Nella visione di Eni, descritta dal direttore generale Giuseppe Ricci, la creazione di una bioraffineria a Stagno (Livorno) rappresenta «l'aumento della disponibilità di prodotti decarbonizzati e sostenibili e la possibilità di traguardare i target di riduzione delle emissioni». Per Ricci la coesistenza di impianti bio e tradizionali «è stata proficuamente testata con la recente produzione a Livorno di Eni Biojet, il primo Saf (Sustainable aviation fuel) esclusivamente da materie prime di scarto, grassi animali e oli vegetali esasusti grazie alla sinergia con la bioraffineria di Gela».

Livorno dopo Venezia e Gela, le prospettive di Eni

Eni è il secondo produttore di biocarburanti in Europa con 1,1 milioni di tonnellate all'anno e l'obiettivo di incrementare la quota a 2 milioni entro il 2025 e a 6 nel prossimo decennio. Le bioraffinerie di Venezia e Gela trasformano in biocarburanti di alta qualità, biodiesel, ma anche bio-gpl e bio-nafta anche a uso dell'industria chimica, materie prime di scarto, residui e rifiuti che derivano da processi di trasformazione di prodotti vegetali o oli da colture non in competizione con la filiera alimentare. Dal 2023 Eni non tratterà più olio di palma e renderà disponibile il biocarburante idrogenato in purezza, contenente il cento per cento di componente biogenica, che può abbattere fino al 90% le emissioni Ghg (Green House Gas) Well to Wheel, ovvero lungo l'intera filiera logistica e produttiva fino al suo utilizzo finale.

Filctem

«L’annuncio di Eni è un’ottima notizia soprattutto perché segna un altro passo importante nella strategia di decarbonizzazione per aumentare la sostenibilità ambientale delle nostre produzioni strategiche - commenta Marco Falcinelli, segretario generale della Filctem Cgil - È la terza raffineria riconvertita, dopo Porto Marghera e Gela – ha proseguito -, ora auspichiamo che gli investimenti di Eni in questa direzione proseguano. Se vogliamo che i processi di transizione abbiano successo dobbiamo mettere il lavoro e i lavoratori al centro di questi processi. L’annuncio di Eni su Livorno è anche il risultato delle nostre battaglie. Il confronto con Eni proseguirà a tutti i livelli affinché l’ipotesi annunciata lunedì si trasformi rapidamente in una solida realtà industriale».
 

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