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Economia

Tempo di bilanci pure in Camera di Commercio: la situazione a Venezia

La crisi si fa sempre sentire e il mercato del lavoro soffre, ma si attenua la tremenda moria d'imprese mentre turismo ed export tengono

Anche il 2013 si è rivelato un anno difficile per l’economia provinciale, con vari elementi di preoccupazione, in primis quelli legati alla situazione occupazionale, ma tengono bene alcuni degli assi portanti del sistema- Venezia, quali il turismo e l’export, e negli ultimi mesi si è anche arrestata l’emorragia di imprese. E’ presto per parlare di ripresa ma si intravvedono dei timidi segnali di un’inversione di tendenza. Questo, in sintesi, il quadro che emerge della consueta conferenza stampa organizzata mercoledì 12 febbraio, nella propria sede di Mestre, dalla Camera di Commercio di Venezia per presentare i dati sull’andamento economico del Veneziano nell’anno appena concluso, elaborati dal Servizio Studi e Statistica attraverso il Venezia Indicatori numero 1/2014, la pubblicazione realizzata periodicamente dall’ufficio per tenere costantemente monitorati i principali indicatori congiunturali della provincia.

LE IMPRESE - La struttura produttiva. Il punto di partenza è dato dall’andamento anagrafico delle imprese. A fine 2013 in provincia si contano 98.788 localizzazioni produttive registrate, 77.288 sedi d’impresa e 21.500 unità locali (stabilimenti, filiali, etc). Sotto il profilo settoriale, gli andamenti più negativi rispetto a fine 2012 si confermano quelli delle imprese del comparto agricolo (-5,7%) e delle costruzioni (-2,9%), ma anche il comparto industriale in senso stretto segna un calo del -1,7%. Nel terziario, invece, le variazioni sono quasi tutte di segno positivo, soprattutto nei servizi alle persone (+2,2%) e nei servizi di alloggio e ristorazione (+1,9%). Risultano infine in flessione, del -2,3%, anche le imprese artigiane, il 29,1% delle sedi d’impresa attive nel Veneziano (19.823) e spalmate su più settori: le contrazioni più marcate si registrano nelle costruzioni (-3,8%) e nell’industria in senso stretto (-2,8). Si rivelano un po’ più confortanti le risultanze della nati-mortalità d’impresa. Tra gennaio e dicembre 2013 si sono registrate 4.721 iscrizioni di nuove imprese a fronte di 4.887 cessazioni (al netto delle cancellazioni d’ufficio), per un saldo negativo di -166 unità, dovuto però essenzialmente al deficit del primo trimestre (-606 imprese), laddove nei trimestri successivi si è assistito a un recupero, anche se non è bastato a portare in campo positivo il saldo tra aperture e chiusure. In calo anche il numero dei fallimenti. Nel 2013 le aperture di fallimento in provincia hanno coinvolto 166 imprese, -16,2% rispetto al 2012, quando se ne annotarono 198.

PUNTI DI FORZA - Nonostante la crisi, reggono due assi fondamentali per la provincia di Venezia: export e turismo. Nei primi nove mesi del 2013 (dati provvisori Istat) le imprese veneziane hanno esportato beni per oltre 3 miliardi di euro, il 7,9% dell’export regionale. Rispetto allo stesso periodo del 2012, si rileva un aumento delle esportazioni provinciali pari a +2,4%, variazione superiore rispetto ai dati regionali (+2%) e nazionali (-0,3%). Segnano invece un decremento, del -4,7%, le importazioni (oltre 4 miliardi di euro), ma il saldo commerciale resta comunque passivo per 1.039 milioni di euro. Con quasi 550 milioni di euro esportati (il 17,8% del totale), il comparto dei prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori è stato protagonista, nei primi tre trimestri del 2013, di un ulteriore aumento del +5,4% annuo, ponendosi in testa alla classifica dei beni esportati, grazie soprattutto alla crescita delle esportazioni di calzature che, con un +3,3%, si posizionano al primo posto nella graduatoria delle merci più esportate, a riprova di come il made in Italy di qualità rappresenti una strategia vincente per le imprese veneziane. Bene anche il turismo. Secondo i dati provvisori APT, la provincia lo scorso anno ha totalizzato quasi 34 milioni di presenze turistiche, stazionarie rispetto all’anno precedente (-0,3%), e 8,2 milioni di arrivi, +0,4% sul 2012.

...E PUNTI DEBOLI - Note negative arrivano invece dai trasporti e, soprattutto, dal mercato del lavoro. Il traffico, sia quello pesante sia quello leggero, sulla rete autostradale del territorio provinciale è diminuito del -1,6% rispetto al 2012; il porto di Venezia, tra gennaio e ottobre 2013, ha fatto segnare un -3,9% del tonnellaggio delle merci movimentate rispetto allo stesso periodo del 2012, anche se il movimento passeggeri è aumentato del +2,8%, con i croceristi che raggiungono un +4,8%; infine, il sistema aeroportuale di Venezia (aeroporti di Venezia e Treviso), che si conferma il terzo polo italiano, nel 2013 ha visto diminuire del -4,9% rispetto al 2012 il numero di velivoli transitati, mentre anche qui i passeggeri, 10,6 milioni, annotano un +0,5%. Ma la vera criticità resta la situazione occupazionale e bastano pochi dati per tracciarne l’allarmante quadro in provincia: nel terzo trimestre 2013 il numero dei disoccupati è ulteriormente aumentato, +14,6% sullo stesso periodo del 2012, e il tasso di disoccupazione trimestrale è risultato pari all’11,3%, 1,5 punti percentuali in più su base annua, con punte del 28,3% per i giovani fino a 29 anni (nel terzo trimestre 2012 si fermava al 23,2%).

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