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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Via all'accorpamento delle Camere di Commercio di Venezia e Rovigo

Con l'approvazione dei due Consigli camerali, ora le due delibere saranno trasmesse al Ministero per lo Sviluppo Economico per il relativo iter

Mercoledì 30 luglio 2014 i Consigli camerali di Rovigo e di Venezia (quest'ultimo all'unanimità con plauso) hanno approvato la proposta di delibera di accorpamento tra le due Camere di Commercio, già votata dalle rispettive Giunte, dando quindi il via libera all’importante e storico progetto. Il nuovo Ente si chiamerà, per esteso, “Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura Venezia Rovigo Delta – Lagunare" avrà sede legale nell’attuale sede istituzionale della Camera veneziana, nel palazzo appena ristrutturato di calle larga XXII Marzo, San Marco 2032, a Venezia, e sede secondaria in piazza Garibaldi 5, a Rovigo, attuale sede dell’Ente camerale rodigino.

La decisione trae origine da un percorso già avviato autonomamente dall’assemblea dei presidenti di Unioncamere nazionale, tenutasi nell’ottobre 2012 proprio a Venezia, e che ha subìto un’accelerazione negli ultimi mesi a fronte della Legge di Riforma della Pubblica Amministrazione varata dal Governo, la quale, com’è noto, prevede tagli in capo agli Enti camerali, partendo dalla riduzione del Diritto Annuale. Quella che nasce oggi è la Camera di Commercio più grande del Veneto, e una delle più grandi d’Italia, in termini di imprese, circa 132mila, con un gettito di diritto annuale stimato per il 2014 di 21 milioni di euro che, con la riduzione del 50 per cento prevista dal Decreto Legge 90/2014, arriverebbe a 10 milioni e 500mila euro: una realtà con 162 dipendenti.

L’accorpamento porterà a significative economie grazie alla riduzione delle spese di funzionamento (ad esempio, per la diminuzione degli oneri di prestazione per servizi, grazie anche all’automazione di alcuni programmi informatici, delle quote associative e delle spese per gli organi istituzionali, che verranno unificati) e sul personale, che già dal 2015 avrà un costo di 400mila euro inferiore al 2013, non essendo stato effettuato alcun turn over di personale rispetto ai pensionamenti che ci sono stati alla data odierna. Questi e altri risparmi consentiranno di liberare risorse per la promozione economica a sostegno del sistema delle imprese locali che nei prossimi tre anni, con le norme oggi in vigore (considerando cioè il dimezzamento del diritto annuale), si attesteranno su una cifra di 3 milioni e 200mila euro: una somma che, viceversa, sarebbe stata di molto inferiore, per non dire simbolica.

Ma, al di là dei parametri numerici che certificano la sostenibilità economica dell’operazione, essa risponde anche e soprattutto a un preciso disegno strategico per lo sviluppo dei due territori provinciali che hanno in comune moltissimi elementi. Innanzitutto, quelle di Rovigo e Venezia sono le due uniche Camere costiere della regione e la loro unione punta dunque a rafforzare gli assi di intervento sui temi inerenti la portualità: basti ricordare che sia il Porto di Chioggia, che peraltro è stato realizzato e viene tuttora infrastrutturato dall’A.S.Po., l’Azienda Speciale della Camera veneziana, sia quello di Porto Levante nell’area polesana soggiacciono già alla vigilanza della Capitaneria di Porto clodiense.

L’accorpamento tra le due Camere può pertanto produrre un’interrelazione più stretta e generale sui temi infrastrutturali e della navigazione interna, con lo scopo di attrarre traffici da convogliare sui due scali anche per il tramite dell’Interporto di Rovigo e delle aree attrezzate logistiche disponibili, di cui il Polesine ha un’ampia offerta, ma, sempre restando in ambito costiero, porterà anche ad una migliore strategia di sviluppo del turismo, non solo balneare ma anche quello legato alla visita di ecosistemi poco noti ma non per questo meno attraenti, si veda l’area del Delta del Po o la Laguna sud di Venezia. Senza contare che saranno facilitate politiche comuni per lo sviluppo della pesca, attività in sofferenza ma essenziale per i due territori in questione.

Con l’approvazione dei due Consigli camerali, ora le due delibere di accorpamento saranno trasmesse al Ministero per lo Sviluppo Economico per il relativo iter, che prevede anche l’acquisizione del parere della Conferenza Stato–Regioni e che si conta comunque essere rapido.

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