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Economia

Il "caro rientro" dell'autunno rischia di affossare le imprese

Lo sostengono Confcommercio e Confesercenti, che chiedono ai futuri governanti interventi strutturali sul piano energetico e su quello fiscale

Il turismo è ripartito con forza ma il boom dei costi energetici e l’inflazione frenano la crescita. E ora, con la fine della bella stagione, i rincari potrebbero mettere in forte difficoltà famiglie e imprese. «Le bollette, il costo dei carburanti e l’inflazione che sfiora la doppia cifra configurano uno scenario preoccupante», dice Massimo Zanon, presidente di Confcommercio metropolitana. Che avverte: «Se non si metterà mano in maniera strutturata a queste emergenze, saranno inevitabili la chiusura di tante partite Iva e la perdita di migliaia di posti di lavoro anche in provincia di Venezia».

Zanon critica «i bonus una tantum, i sussidi e le mancette di Stato, che non risolvono le questioni aperte». È necessario invece «intervenire a livello infrastrutturale per garantire la produzione e l’autosufficienza energetica», arrivando a «un’economia che possa competere con l’estero». Se non si torna a tariffe accettabili, infatti, «le imprese saranno sempre più costrette a ridurre le marginalità di fatturato, finché cederanno». Gli interventi, poi, andrebbero accompagnati da «una rivoluzione fiscale». «Ai politici che saranno eletti - conclude Zanon - diciamo che non si può più indugiare: è urgente studiare un piano nazionale e comunitario di razionamento delle spese, un progetto di ampio respiro che permetta all’Italia di tornare a crescere battendo lo spauracchio della recessione».

La preoccupazione in vista dell'autunno è condivisa da Emiliano Biraku, della Confesercenti metropolitana. «Il costo dell’energia - fa presente - rappresenta la terza voce di spesa per le imprese, dopo il costo dell’immobile e dei dipendenti. Ora, con l’esaurirsi della stagione turistica, le aspettative delle piccole e medie imprese del commercio, del turismo e dei servizi tornano a peggiorare in modo drammatico».

Secondo i calcoli di Confesercenti, un ristorante che consuma mediamente 60mila KWh all’anno è passato da una spesa di 1250 euro a luglio 2021 a 3600 euro nel luglio 2022. Per un albergo i costi sono passati da 4mila a 12mila euro, mentre una piccola attività commerciale da 550 a 2500 euro. Idem per quanto riguarda il gas: «I nostri associati - riferisce Biraku - stanno ricevendo bollette da record, da 6mila a 14mila euro. Una situazione insostenibile - conclude - e la politica deve affrontare seriamente questo tema».

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