Centro Tom Santa Maria di Sala, chiesto il rinvio per il piano concordatario
Ieri, 11 gennaio, l'udienza in tribunale a Venezia. Il centro commerciale ha chiesto più tempo, a causa del Covid, per depositare il piano contro il fallimento
La speranza è appesa alla presentazione di un piano per evitare il fallimento. Ieri, 11 gennaio, si è tenuta l'udienza in tribunale a Venezia per il centro commerciale Tom Village (ex Tommasini) di Santa Maria di Sala, che ha chiesto altro tempo per depositare il piano concordatario. Un ritardo dovuto all'emergenza Covid, secondo la prima lettura delle carte.
L'avvocato Irene Tramontà, legale di alcuni dei 170 dipendenti del centro, ha precisato che al momento il tribunale su questa richiesta non si sarebbe espresso e che occorrerà attendere che sciolga la riserva e si esprima in proposito per capire se questo tempo verrà concesso. Intanto il Village ha parzialmente riaperto i battenti a dicembre scorso. È ripartito il bar, il Tom sport e il reparto casa Tom home. Con l'obbiettivo poi di avviare un centro estetico e un negozio di piccoli elettrodomestici, aveva annunciato l'amministratore delegato Jimmy Greselin. Il tutto reso più difficile dall'emergenza sanitaria in corso, che allontana la piena ripresa degli affari. Solo alcuni dei dipendenti storici del Tom avrebbero accettato di ricominciare a lavorare per i nuovi marchi, con l'affitto del ramo di azienda, poichè dovendo ripartire con contratti di lavoro ex novo, solo per due o tre mesi, avrebbero rischiato di perdere la cassa integrazione, attiva dall'inizio del 2020, e qualcuno anche gli stipendi arretrati e il trattamento di fine rapporto (Tfr) in sospeso dalla precedente gestione del Tom Village.
A fine novembre il nuovo ad Greselin sembrava comunque determinato a riscattare il centro. «Le precedenti gestioni hanno portato la società sull'orlo del fallimento - ha scritto l'amministratore - E questo pericolo purtroppo non è ancora scongiurato. Stiamo lavorando per provare a salvare questo "gigante ferito", sicuri che abbia le carte in regola non solo per sopravvivere, ma anche per risplendere nuovamente. Il nostro principale obiettivo è quello di restituire alla comunità un centro commerciale florido, garantendo per quanto possibile il reintegro dei dipendenti attualmente in cassa integrazione. Abbiamo idee chiare in testa, un piano industriale solido, con cautela e ragionevolezza».