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Economia

Comunità energetiche, proposta 5 Stelle per Venezia: discussione in commissione

Visman: «Condividere rinnovabili per ridurre l'inquinamento dell'aria sul territorio». Senatore Girotto: «Costi del dispacciamento abbattuti del 20% con l'autoproduzione»

Le comunità energetiche sono pronte a costituirsi nel nostro Paese tramite una legge che ha anticipato nel 2020 il recepimento di una direttiva europea, permettendo a privati cittadini, enti pubblici e imprese, di andare oltre i divieti precedenti e poter realizzare impianti di produzione delle rinnovabili, come il fotovoltaico, condividendo l'energia prodotta. Se n'è parlato lunedì mattina in V commissione congiunta alla IV e VII, con la presentazione della proposta di delibera della consigliera comunale 5 Stelle, Sara Visman, per la promozione e creazione delle comunità energetiche e dell'autoconsumo collettivo nel Comune di Venezia. «Non solo per la crisi energetica in atto - ha spiegato Visman - anche con riguardo all'inquinamento atmosferico delle polveri sottili sul nostro territorio, veneziano e veneto».

Un percorso che esclude il centro storico veneziano, ha precisato il consigliere Giovanni Martini (Tutta la città insieme!), dove il regolamento non consente l'installazione di pannelli su edifici a carattere storico monumentale, anche se di recente un ammorbidimento delle disposizioni ha aperto in aree prima vincolate della terraferma e, previo parere della Soprintendenza, delle isole. La pratica delle comunità è stata spiegata dal senatore Gianni Girotto (M5S). «Consentono di ridurre la bolletta - ha detto -, il prezzo all'ingrosso dell'energia per via della riduzione dei costi di dispacciamento che comporta miliardi di euro all'anno nelle fatture di tutti, per assicurare il bilanciamento dell'erogazione energetica in ogni momento. Se i gruppi di edifici riescono a fare autoproduzione e consumo questa spesa si riduce. Le comunità energetiche sono sostenute da un incentivo ventennale» che, ha ricordato il consigliere dem Emanuele Rosteghin, nel caso dei Comuni vale per quelli fino ai 5 mila abitanti, quindi non per Mestre. «Presto l'energia elettrica sostituirà il gas per il riscaldamento, con la resa di almeno due terzi superiore di una pompa di calore per un'edificio rispetto al gas, e per i trasporti. Il costo di realizzazione di un impianto con i risparmi che ne conseguono (circa 20% in bolletta) si ripaga in 3-4 anni - continua Girotto -. E si limitano gli effetti devastanti dell'utilizzo del fossile».

Le comunità possono essere costituite da chiunque, privati e pubblici assieme, condomini (vi abitano oltre 20 milioni di italiani), rioni, imprese, zone artigianali (non c'è un numero massimo, di soggetti che si mette assieme e due è il numero minimo), purché non siano grandi imprese e con lo scopo della produzione a fini commerciali. Onori e oneri (chi beneficia e quanto, chi gestisce, chi fa manutenzione, ecc., viene liberamente deciso da chi crea o gestisce la comunità energetica). L'energia che viene creata è conservabile, in batterie, facendo in modo che non venga dispersa se non utilizzata, ed è remunerata dallo Stato cento euro al megavattora in più rispetto al prezzo di vendita, tranne se l'impianto viene realizzato (pratica possibile e ammessa) all'interno del bonus 110%.

La condivisione è possibili per ogni forma di rinnovabile, eolico, geotermico, ecc. Resta il problema dello smaltimento di pannelli, batterie e materiali impiegati per le rinnovabili: lo ha sollevato la consigliera Deborah Onisto, perché se è vero che i pannelli durano una trentina d'anni, dovremo poi eliminare questi impianti, una volta esausti. «Ok alle strade alternative, ho sentito parlare di studi collaudati sul riscaldamento con i rifiuti attraverso gli inceneritori» afferma Onisto, mentre per il senatore Girotto già oggi è possibile eliminare al 90 per cento i materiali dei pannelli: alluminio, vetro, plastica e silicio. Quanto a bruciare rifiuti, dice Girotto: «è una modalità di produzione energetica piazzata dall'Ue al penultimo posto». Il confronto sulle rinnovabili continuerà in commissone, e anche, com'è stato chiesto, riguardo ai 20 milioni che il Comune ha investito per avviare il 110% sul patrimonio pubblico.

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