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Economia

«Mettere impresa e lavoro al centro», l'appello Confapi. «Preoccupa la flessione in corso»

La crescita registrata nei primi sei mesi 2022, spiega l'associazione, sta rallentando. Tanti i problemi: guerra, caro energia e crisi di governo. Zecchinel: «Necessario un nuovo patto sociale tra politica e società civile»

Confapi chiede alla politica di rimettere al centro l'impresa e il suo valore. L'associazione delle piccole e medie imprese lancia un appello in vista dell'appuntamento elettorale di settembre. «Se guardando i dati di Veneto Lavoro si vede come nel primo semestre dell’anno in corso l'occupazione abbia registrato un andamento positivo, con quasi 77.500 posti di lavoro e un aumento delle assunzioni pari al 30% rispetto al 2021, a maggio e giugno si è verificato un rallentamento della crescita pari a -3% rispetto all’anno precedente», commenta il presidente di Confapi Venezia Marco Zecchinel.

Il quadro

Sono stati 55.300 i nuovi posti di lavoro registrati nel primo semestre 2022 a tempo determinato, ma a crescere sono anche i contratti a tempo indeterminato (+20.800 tra gennaio e giugno a fronte di un saldo pressoché invariato nel 2021) e le trasformazioni, quasi raddoppiate rispetto allo scorso anno, spiega Confapi.

 «L’andamento occupazionale dei primi sei mesi dell’anno è stato particolarmente positivo nei servizi, e nelle province di Venezia e Verona. Il settore terziario ha guadagnato 54.300 posizioni di lavoro con un incremento delle assunzioni pari al 41% rispetto al 2021, con picchi del +66% nel turismo. L’industria ha fatto registrare 16.100 nuovi posti di lavoro, con un incoraggiante aumento delle assunzioni del 26% specie nel metalmeccanico (+30%) e nelle industrie chimica, plastica e farmaceutica, mentre l’agricoltura prosegue nella sua fase negativa».

La flessione



Anche se l’economia europea si conferma al momento in crescita, commenta Veneto Lavoro, «il ritmo rallenta e si fa modesto», e le stime di crescita del Pil, tanto nazionale quanto regionale, sono riviste al ribasso.

 A destare non poche preoccupazioni rimangono le dinamiche internazionali legate al protrarsi del conflitto russo-ucraino, il caro energia e le difficoltà di approvvigionamento di materie prime e semilavorati, nonché la nuova crisi governativa nazionale. Tutti fattori che potrebbero portare a pesanti conseguenze anche sulla tenuta della produzione e dei livelli occupazionali.

Il patto sociale

«Il Veneto e la Città Metropolitana di Venezia si confermano locomotiva d’Italia, in grado di tornare su livelli occupazionali e produttivi pre-pandemici. Purtroppo, l’autunno si presenta denso di fattori preoccupanti, la guerra, l’inflazione, l’euro debole, le criticità delle filiere logistiche e del settore edilizio, oltre alla possibile quarta ondata di Covid - argomenta il presidente Zecchinel - Confapi Venezia richiama le forze politiche nazionali e locali a porre al centro dei loro programmi elettorali il tema dell’impresa e della sua capacità di generare valore. Personalmente ritengo sia necessario un nuovo patto sociale tra politica e società civile, al fine di preservare l’ecosistema delle piccole e medie imprese e favorire la loro competitività internazionale».

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