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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

In arrivo un piano del commercio per Venezia: «Negozi di qualità per frenare speculazioni»

La pandemia ha messo in difficoltà le attività economiche, i rincari di energia e materie prime sono un'ulteriore mazzata. L'assessore Costalonga: «Così si stravolge il tessuto sociale, dobbiamo frenare questo fenomeno»

Di un nuovo piano del commercio per Venezia isola si parla da almeno tre anni. Di mezzo c'è stata la pandemia, preceduta dalla grande acqua alta e seguita dalla guerra in Ucraina e dall'impennata dei costi dell'energia e delle materie prime. Tutti elementi che hanno messo ancora più in difficoltà le attività veneziane, portando a chiusure e vendite. Lo strumento che il Comune sta studiando dovrebbe servire proprio a tutelare il commercio locale. «È un processo lungo - spiega l'assessore al Commercio, Sebastiano Costalonga - perché stiamo lavorando su delle regole solide, che non vadano in conflitto con quelle nazionali e che siano a prova di ricorsi. L'obiettivo è arginare un fenomeno che sta stravolgendo il tessuto economico e sociale: le attività non riescono a far fronte ai costi e vengono scalzate da aziende cinesi, imprese apri-chiudi che evadono il Fisco e creano concorrenza sleale».

«Il regolamento che abbiamo in mente - dice Costalonga - imporrà un obbligo di aperture di qualità, frenando la proliferazione del ciarpame. È l'unico modo, così le attività commerciali dovranno cambiare il tipo di offerta, attirando la clientela giusta. Conto - aggiunge - che la delibera sia pronta a breve e venga approvata in una delle prossime riunioni di giunta».

L'assessore fa riferimento alla rapida espansione delle attività cinesi a Venezia: vent'anni fa erano poche decine, nel 2020 erano diventate 700-800 (tra bar, ristoranti, b&b, negozi) e negli anni della pandemia sono aumentate ulteriormente, arrivando a 900. «È un fenomeno che la guardia di finanza sta monitorando, ma non è semplice. Ci sono delle regole nazionali che non agevolano la lotta all'illegalità: parliamo di imprese che si insediano, fanno affari, non versano le tasse e poi spariscono, magari lasciando "buchi" e affitti non pagati. Venezia in questo momento è debole e appetibile», quindi più che mai soggetta a questo tipo di speculazioni.

Un aiuto arriva dalla Camera di commercio, che ha un registro pubblico delle oltre 6 milioni di imprese italiane. «Grazie a questo strumento - chiarisce Alberto Capuzzo, direttore Camera Servizi Srl - è stata realizzata una piattaforma a disposizione della guardia di finanza, che ha la possibilità di verificare i fenomeni tipo apri-chiudi, passaggi di proprietà, scatole cinesi. È un'attività fondamentale per la trasparenza del sistema imprenditoriale, ed è sempre più utilizzato».

Nel frattempo l'amministrazione ha messo in campo iniziative dirette e indirette per tentare di sostenere il commercio. «Dalle casse sono usciti circa 24 milioni per aiutare le attività produttive nella fase del Covid - ha riepilogato Costalonga - speriamo che dallo Stato arrivino altri aiuti. E poi ci sono state azioni sulle norme, come quella che ha permesso di ampliare i plateatici». Proprio sul tema dei plateatici, l'assessore incontrerà domani la soprintendenza per verificare la possibilità di prolungare la validità del provvedimento.

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