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Crisi Economica

Allarme Cgil: "Trend spaventoso, rischio nuova ondata di licenziamenti"

I dati forniti dal sindacato disegnano un orizzonte a tinte fosche per il lavoro nel Veneziano. Rispetto al 2011 sono cresciute del 20% le crisi aziendali e del 69% i dipendenti in cig

Il momento è ancora buio per l'economia lagunare. Mentre quindici aziende hanno esaurito la cassa integrazione straordinaria, producendo nuovi ingressi nelle liste di mobilità e una crescita della cassa integrazione in deroga, altre venti unità produttive hanno dichiarato lo stato di crisi nel mese di gennaio in provincia di Venezia. A febbraio si fa il bis, con altre quindi imprese che hanno esaurito gli ammortizzatori e almeno altrettante che hanno aperto nuove procedure di crisi.

“Il trend – afferma il segretario generale della Cgil di Venezia, Roberto Montagner - è spaventoso, peggiore rispetto a un anno fa. L’aumento delle crisi aziendali è del 20% rispetto a gennaio 2011 e il numero di lavoratori coinvolti cresce addirittura del 69%, a conferma che le riduzioni di organico sono più radicali rispetto ai primi anni di crisi e che a essere coinvolte sono sempre più le aziende di maggiori dimensioni. Difficile vedere una luce in fondo al tunnel a fronte delle stime al ribasso sul Pil in Europa e alle previsioni negative che riguardano lo specifico della provincia".

Tutti gli indicatori relativi al mercato del lavoro non sono positivi. A gennaio i nuovi ingressi nelle liste di mobilità sono stati 966 - afferma in una nota la Cgil - con un incremento medio del 25% su gennaio 2011, che sale al 37%  nelle imprese con più di quindici addetti. La cassa integrazione nel bimestre gennaio-febbraio 2012 (con un totale di 2.695.045 ore) cresce del 29% rispetto a 12 mesi prima e avanza (+21%) anche rispetto al bimestre novembre-dicembre 2011.

Il particolare incremento del segmento di cassa integrazione in deroga del mese di febbraio (611mila 227 ore) rispetto a gennaio (330mila 276 ore) deve particolarmente preoccupare, spiega il sindacato, poiché rappresenta l’ultima spiaggia per aziende in crisi da anni che hanno già esaurito la cassa integrazione sia ordinaria che straordinaria. A differenza dei periodi successivi, infatti, nei primi mesi dell’anno la quasi totalità delle imprese artigiane (maggiori fruitrici di questo ammortizzatore) non ha accesso alla cassa in deroga ma ricorre ad altri strumenti ed è perciò evidente la particolare sofferenza delle grandi industrie rilevata da questo dato.

"In una provincia che dall’inizio della crisi ha perso oltre 12mila posti di lavoro, pari al 6% degli occupati dipendenti, si rischia ora una nuova pesante ondata di licenziamenti che avrebbe un effetto particolarmente deprimente sul tessuto economico e sociale", conclude la Cgil.  
 

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