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Crisi Economica Martellago / Maerne

Pometon, sciopero Fiom contro l'accordo separato Cisl

Presidio di due ore davanti alla portineria della sede di Maerne per protestare sul documento considerato "penalizzante". Interrogazione in Regione

La Fiom proclama per domani, 5 aprile, una prima iniziativa di mobilitazione con due ore di sciopero, dalle 13 alle 15 e un presidio davanti alla portineria della fabbrica della Pometon. Il 14 marzo, nella sede di Confindustria di Venezia, è stato sottoscritto un accordo separato tra la Fim-Cisl e la Pometon che cancella, secondo l'accusa della Cgil, "40 anni di contrattazione in azienda e penalizza i lavoratori sia a livello economico che normativo". L'accordo separato, accusa la Cgil, "interviene sull'erga omnes, con la pretesa di dare applicazione dal 1 aprile 2013 ai soli iscritti alle organizzazioni sindacali firmatarie, cioé alla Fim-Cisl, e a quanti ne faranno richiesta a titolo individuale, versando una quota pari ad un anno di iscrizione sindacale alla Fim-Cisl".

La Pometon è un'azienda di Maerne con 177 addetti, che opera nel settore siderurgico producendo polveri di metallo e con alle spalle lunghi periodi di cassa integrazione ordinaria e straordinaria e attualmente è al terzo anno di applicazione di un contratto di solidarietà. E' un'intesa, attacca ancora la Cgil, "che cancella nove giornate di permessi retribuiti aggiuntivi, penalizza i nuovi assunti introducendo il doppio regime strutturale, istituisce un premio di risultato sempre variabile, mai consolidabile, legato alla presenza e quantifica il peso di un eventuale infortunio mortale sul lavoro nella determinazione della quota di premio".

A chiedere per primo un aiuto dalla politica è il consigliere regionale della Federazione della sinistra veneta, Pietrangelo Pettenò, con un'interrogazione presentata oggi a Venezia. "La Giunta regionale intervenga presso il management di Pometon - ha esordito Pettenò - per far valere l'efficacia erga omnes del contratto integrativo aziendale. Il management, al fine di abbassare il costo del lavoro, il 14 marzo scorso ha predisposto un nuovo contratto integrativo azzerando tutti i precedenti che è stato sottoscritto unicamente dalla Fim-Cisl. In base a questo nuovo accordo l'indennità di turno non è più pagata in maniera forfettaria, bensì in relazione alla effettiva presenza del lavoratore in turno; le squadre si riducono da cinque a quattro e vengono abolite le nove giornate di permesso retribuito aggiuntivo. Il premio di risultato rimane per i lavoratori assunti prima del 31 marzo 2013 ma sarà collegato all'andamento aziendale, mentre per gli altri muterà in premio di fidelizzazione che aumenterà col passare degli anni. La quattordicesima resterà per i vecchi assunti mentre per i nuovi sarà pari al 40 per cento dopo tre anni di anzianità e raggiungerà il 100 per cento solo dopo otto anni".

Pettenò sottolinea poi che "la novità che fa gridare allo scandalo è che il nuovo contratto vale unicamente per gli iscritti alla FIM-CISL oppure per coloro che volontariamente aderiranno all'intesa e accetteranno di farsi trattenere dalla busta paga un contributo sindacale straordinario di circa 200 euro", pari ad un anno di iscrizione al sindacato, che sembra sarà gestito dalle rappresentanze sindacali interne per iniziative di solidarietà. "Si tratta - afferma Pettenò - di un caso senza precedenti che va contro l'efficacia erga omnes dei contratti di lavoro, che devono trovare applicazione nei confronti di tutti i lavoratori, indipendentemente dall'iscrizione ad un sindacato".

(Ansa)

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