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Sabato, 20 Aprile 2024
Crisi Economica Marghera

Il terremoto Ilva da Taranto raggiunge Porto Marghera, 80 posti a rischio

In laguna sorge un impianto di distribuzione dei materiali prodotti nell'impianto pugliese, che ora chiude. Danneggiata anche la principale acquirente dell'acciaio: Fincantieri

Così lontani, così inestricabilmente legati nei rispettivi destini. Se a Taranto lo stabilimento Ilva chiude dopo i nuovi arresti e le novità dell'inchiesta pugliese, con 5mila operai che rimangono a casa e sit in di protesta nell'impianto siderurgico, il terremoto si allarga fino a Porto Marghera. Qui, infatti, sorge un impianto di distribuzione dei materiali prodotti dall'Ilva, in cui trovano occupazione ottanta addetti. Il loro posto, inevitabilmente, ora traballa. Gli stessi sindacati temono il peggio. Non solo, come riporta il Corriere del Veneto a rifornirsi allo stabilimento sono decine di ditte del Veneziano, che ora potrebbero essere costrette ad approvigionarsi da altre parti, con costi superiori.

I rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto un tavolo urgente per discutere la situazione. Per ora, però, nessuna notizia sul destino del sito di Marghera, l'unico direttamente collegato all'Ilva. Ogni settimana arrivano tre navi di materiale da Taranto. Qui poi vengono scaricati i prodotti e smistati in tutta Europa. Senza lo stabilimento pugliese, lo sottolineano gli stessi sindacati, l'impianto di distribuzione lagunare non avrebbe più senso di esistere.

Chi si troverebbe fortemente danneggiata è Fincantieri, "bisognosa" di acciaio per i suoi cantieri navali. Ma anche molte altre ditte del Veneto, che temono ora di vedere i costi della materia prima innalzarsi dopo la serrata dell'Ilva.

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