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Economia

Consulenti del lavoro: «Stimata una perdita di un milione di posti. Servono misure»

Le cifre Istat e la situazione veneziana nei dati dell'ordine. Gobat: «Nota positiva è che i nostri clienti non sono affatto propensi a licenziare nonostante le difficoltà»

Cali di fatturato oltre il 45% rispetto al 2019, con un ulteriore decremento del 15% nel periodo gennaio-febbraio 2021, provvedimenti di chiusura, restrizioni e blocco dei licenziamenti. «Dato lo scenario attuale è difficile fare una previsione di cosa accadrà dopo il 31 marzo». È il quadro tracciato della presidente dell’ordine dei Consulenti del lavoro di Venezia, Patrizia Gobat. I settori più colpiti sono: ristorazione, turismo, tempo libero e servizi dell’indotto.

Se parliamo del settore turistico-ricettivo, per Gobat, lo scenario si aggrava ulteriormente, dato che oltre il 60% degli operatori, in attesa di tempi migliori, è incerto se aprire a Pasqua. La politica di contrasto alla diffusione del contagio è fondamentale. «Parliamo di vaccini ma anche si misure di prevenzione: quelle che le nostre aziende hanno messo in atto da maggio 2020. Questi imprenditori hanno speso somme considerevoli per adattare i locali alle norme e ai protocolli di sicurezza Inail e chiedono a gran voce di poter riaprire anche la sera».

Per i Consulenti del lavoro: «le regole vigenti attualmente nelle zone gialle sono comunque eccessivamente restrittive per chi può garantire la sicurezza nella erogazione dei servizi: distanziamento, mascherine, igienizzanti. Per quanto riguarda gli organici, dobbiamo registrare una forte ripresa del ricorso agli ammortizzatori sociali. Boom di domande per le 12 settimane previste dalla legge di bilancio: provvedimento non privo di contraddizioni - continua la presidente dell'ordine -. La più significativa è la disparità di trattamento fra le imprese industriali, quelle del commercio, turismo, servizi, e le piccole con meno di 5 dipendenti. Se le prime, che stanno lavorando, possono usufruire delle 12 settimane fino al 31 marzo, le altre possono fruirne fino al 30 giugno 2021. Questo significa che al 31 marzo alcuni lavoratori si troveranno a forte rischio di licenziamento più degli altri». Le previsioni statistiche parlano di un milione.

Per quanto riguarda la realtà veneziana, caratterizzata da una notevole percentuale di contratti a termine, già nel 2020 c’è stata una diminuzione del 64% rispetto all’anno 2019 e i consulenti stimano che nel 2021 sarà nettamente superiore, in relazione alle mancate aperture. «I maggiormente penalizzati saranno ancora le donne e i giovani». Nel frattempo, anche il lavoro è cambiato: le aziende che assumono non trovano professionalità adeguate alle loro esigenze. 

«Noi Consulenti del lavoro siamo fermamente convinti che sia necessario mettere in atto, senza indugi, diverse azioni che favoriscano la riqualificazione dei lavoratori, soprattutto di quelli in cassa integrazione che, maggiormente, rischiano il posto. Stanziare risorse, contributi e finanziamenti con iter semplici e snelli, anche con indennità di frequenza che si aggiungano alle modeste integrazioni salariali. Data la situazione nazionale sarà sicuramente necessario un intervento della Regione. La nota positiva che rileviamo è che i nostri clienti non sono affatto propensi a licenziare i propri dipendenti, nonostante le difficoltà».

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