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Economia

Su ricerca, sviluppo e Pil lontani dall'Austria, ma sull'export non ci batte nessuno

Presentato lunedì il rapporto dell’Istituto per la Competitività, I-Com. I territori austriaci più avanti nei fondamentali economici. Venezia attrae il 54% dei turisti che visitano il Veneto

Il Veneto è tra le regioni italiane maggiormente aperte agli investimenti produttivi provenienti da oltre confine, con 1.066 imprese a partecipazione estera, in aumento del 18% dal 2009 al 2015. Parallelamente, dal 2010 al 2016, è più che raddoppiato il saldo della bilancia commerciale, che lo scorso anno ha segnato un +16,5 miliardi di euro, nonostante gli scarsi investimenti in Ricerca e Sviluppo rappresentino un freno evidente alla capacità del territorio di ritrovare la crescita di un tempo. È il quadro che emerge dal report dell’Istituto per la Competitività I-Com “Il sistema economico veneto e i rapporti tra le amministrazioni del territorio e le imprese”, presentato lunedì a Venezia da Stefano da Empoli, presidente di I-Com, e Gianluca Sgueo, direttore Area Istituzioni di I-Com, alla presenza di amministratori locali, regionali e comunali, imprenditori e manager nazionali, ma anche parlamentari e rappresentanti della società civile.

Investimenti

L’evento è la terza tappa dell'Osservatorio Orti, incubatore itinerante di relazioni virtuose fra imprese e territori. Dallo studio emerge che più del 33% delle imprese estere attive in Veneto opera nel manifatturiero; una percentuale molto consistente (29,6%) è rappresentata anche dalle società di commercio all’ingrosso. Nel periodo 2009-2015, le multinazionali venete hanno incrementato sia i propri fatturati sia il numero di addetti impiegati. Il fatturato complessivo è cresciuto del 27,4%, passando da 26.696 milioni di euro a 34.001 milioni di euro, con un aumento del fatturato medio per impresa da 30 a 32 milioni di euro. Il numero di dipendenti, invece, è cresciuto del 23,5%, arrivando nel 2015 a 93.284 addetti, a partire dai 75.555 del 2009, con un incremento considerevole tra le imprese che producono carta, abbigliamento e pelli.

Flussi turistici: calamita Venezia

Il Veneto è aperto non solo agli investimenti, ma anche ai flussi turistici. Secondo i dati Istat, nonostante la crisi economica, tra il 2009 e il 2015 gli arrivi in regione sono aumentati del 23,7%, superando la soglia dei 17 milioni, e le presenze del 28,5%, posizionandosi sopra i 63 milioni (dunque con un aumento della permanenza media). Queste cifre comportano il primato italiano per il Veneto per volume sia delle presenze sia degli arrivi. Così come per indice di internazionalizzazione del turismo: il 67% delle presenze è relativo infatti a turisti stranieri, rispetto a una media italiana del 52%.  Anche se, in questo quadro molto positivo, non passa inosservata l’estrema stagionalità (si passa durante l’anno da un indice di utilizzazione l’ora di posti letto di 73,8 ad agosto a 17,8 a gennaio) e la polarizzazione su Venezia, che da sola registra più della metà delle presenze regionali nel 2015, esattamente il 54%. Di seguito troviamo Verona con il 24%, mentre le altre provincie oscillano tra il 2% di Rovigo e l’8% di Padova.

Ripresa

“Il Veneto ha seguito la ripresa economica del Nord Italia, con un tasso di crescita del Pil reale leggermente inferiore e pari allo 0,6% nel 2015 - ha dichiarato Stefano da Empoli, presidente di I-Com - Come molte altre regioni italiane, anche il Veneto non ha ancora recuperato il livello di pil pro-capite degli anni pre-crisi: nel periodo 2007-2015 ha perso in media l’1,3% ogni anno, pari complessivamente al 10,4% sul livello del 2007, arrivando ad un valore del pil pro-capite di 29mila euro, oggi in quinta posizione tra le regioni del Nord. Pesa un livello troppo basso di spesa in Ricerca e Sviluppo e un’innovazione a macchia di leopardo (come testimonia la presenza molto variegata di start-up nel territorio). Anche se certamente il Veneto gode di un ottimo tessuto produttivo che si qualifica tra i più avanzati e complessi”.

Veneto dietro alle regioni austriache

Il think tank europeo ha confrontato il Veneto su alcuni parametri di natura demografica, sociale ed economica con altre regioni italiane e straniere dell’area adriatica, prendendo in considerazione Emilia Romagna, Friuli–Venezia Giulia e Trentino Alto Adige), le regioni austriache di Vienna, dell’Alta Austria e della Carinzia, le macroregioni slovene della Slovenia Occidentale e della Slovenia Orientale e le regioni croate della Croazia Adriatica e della Croazia Continentale. Il Veneto ha un peso demografico rilevante nell’area, mentre, per pil pro-capite e reddito disponibile, si posiziona significativamente dietro le regioni austriache.

Ricerca e sviluppo

Sfavorevole anche il confronto per investimento in ricerca e sviluppo. Analizzando, infatti, la spesa in Ricerca & Sviluppo, dal report di I-Com emerge che la Regione di Vienna investe 1.687,7 euro annui, l’Alta Austria 1.225,1, la Carinzia 912,3. Il Veneto, invece, ne spende 334,4, dato inferiore alla media europea (564,4 euro), oltre che alla media italiana (366,7 euro). Inferiore alla media europea e nazionale anche la quota di occupati nella manifattura e nei servizi ad alta tecnologia ed intensità di conoscenza sul totale degli occupati. Il Veneto, infatti, mostra un valore del 2,8%, rispetto a una media Ue del 4% e a un dato italiano del 3,4%.

Export 

Tuttavia, brilla nell’area per capacità di export, rappresentando la regione leader, davanti all’Emilia Romagna. Il volume annuo di export di merci del Veneto ammonta a 58,2 miliardi nel 2016, in crescita del 28% rispetto ai 45,6 del 2010, e per il 41% è attribuibile ai distretti industriali presenti in regione (percentuale record in Italia, la media nazionale è al 23%). Stando ai dati di I-Com, infine, la Regione Veneto mostra – nel 2016 – la performance peggiore rispetto agli altri enti analizzati, in quanto paga i propri fornitori con un ritardo, rispetto alla data di scadenza della fattura, di 53 giorni, in peggioramento rispetto al 2015. "Anche il Comune di Venezia si colloca tra gli enti pubblici ritardatari - dichiara nella nota I-Com - infatti paga i propri debiti mediamente con 35 giorni di ritardo rispetto alla data di scadenza della fattura. A differenza della Regione e del Comune capoluogo, le amministrazioni provinciali venete mostrano un quadro molto positivo".

Banda ultralarga

Segna il passo anche la banda ultralarga, con un grado di copertura a fine 2016 del 24% per la rete a 30 Mbps (contro una media nazionale del 40%) e soltanto del 4% per la rete più veloce a 100 Mbps (contro una media nazionale dell’11%). Sul fronte della digitalizzazione, fa molto meglio pubblica amministrazione locale, visto che ben il 56% dei Comuni consentono l’avvio e conclusione per via telematica dell’intero iter relativo al servizio richiesto, prima Regione in Italia, ben al di sopra della media nazionale che si ferma al 34%.

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