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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Segnali di ripresa dall'economia veneziana, fine del tunnel lontana

I dati di "Venezia Indicatori" per il terzo trimestre dell'anno lasciano spazio a qualche ottimismo. "Tirano" export e turismo, male i trasporti

La fine del tunnel è ancora lontana, ma sono abbastanza confortanti i dati, al terzo trimestre dell’anno, che emergono dalla nuova pubbicazione di “Venezia Indicatori”, la pubblicazione curata dal Servizio Studi e Statistica della Camera di Commercio per tenere monitorati i principali indicatori economici della provincia.

Il contesto generale, a fronte di crescite più marcate come quella, tra le economie avanzate, degli Stati Uniti, o quella della Cina, conferma le difficoltà per l’area Euro, accreditata dal Fondo Monetario Internazionale di una debole ripresa del Prodotto Interno Lordo per l’anno in corso del +0,8% e del +1,3% per il 2015. In Italia il PIL va ancora peggio e, dopo il -1,9% riferito al 2013, il FMI per il 2014 ha rivisto in negativo le stime iniziali e prevede un’altra flessione, sia pur inferiore, pari al -0,2%, con una leggera ripresa nel 2015 (+0,9%). Scendendo a livello regionale, secondo le stime di Prometeia, tale contrazione è influenzata soprattutto dalle difficoltà del Mezzogiorno, ma il motore della ripresa fa fatica a ripartire anche al Nord: la variazione del PIL, pur tornando positiva, nel 2014 non si spinge oltre lo 0,3% nel Nord-Ovest e lo 0,2% nel Nord-Est.

Con riferimento al Veneto, le previsioni di ottobre stimano un aumento per il 2014 del +0,2%, grazie soprattutto al traino dell’export. Emergono anche alcuni elementi positivi sul fronte occupazionale: dai dati Istat di giugno, gli occupati nel 2014 in Veneto sono cresciuti su base annua del +1%, anche se i dati aggiornati a settembre di Veneto Lavoro evidenziano un peggioramento nel terzo trimestre legato all’aumento delle cessazioni di contratti di lavoro. In provincia di Venezia il valore aggiunto pro-capite nel 2013 è tornato a un livello di poco superiore a quello del 2006. In un periodo di stagnazione desta ancora più preoccupazione l’allargamento della forbice sociale: anche in una regione ricca come il Veneto l’indice di disuguaglianza e l’incidenza delle famiglie in condizioni di povertà sono in aumento negli ultimi anni e, in particolare, per la provincia di Venezia quest’ultima è passata dal 2,8% del 2009 al 4,9% del 2012.

STRUTTURE PRODUTTIVE. Nel terzo trimestre 2014 in provincia di Venezia si contano 98.943 localizzazioni registrate, 77.046 sedi d’impresa e 21.897 unità locali (stabilimenti, filiali, ecc.): di quest’ultime, il 38% sono unità locali di imprese con sede fuori provincia. A livello tendenziale, rispetto al 30 settembre 2013, le localizzazioni registrate sono in lieve diminuzione, -0,3%, mentre a livello congiunturale (a paragone del secondo trimestre 2014) la variazione è, sia pur sempre di poco, di segno positivo (+0,3). Tra di esse, tuttavia, figura anche una percentuale di imprese di fatto inattive, come quelle in scioglimento o liquidazione (2.465) o con procedure concorsuali in corso (1.358). Gli insediamenti produttivi attivi, il dato più rilevante, al 30 settembre 2014 ammontano a 89.357 e mostrano una certa tenuta (+0,1 tendenziale e +0,3 congiunturale). La variazione positiva rispetto al terzo trimestre 2013 è la sintesi di una contrazione del -0,5% per le sedi d’impresa, che sono 68.120 (-343 in termini assoluti), e di un incremento del +1,9 per le unità locali (21.237, 402 in più).

I SETTORI. gli andamenti negativi più marcati continuano a riguardare il comparto agricolo (-3,6%) e le costruzioni (-1,9%), ma conforta, dopo tanti segni negativi, il ritorno del segno “più” per le imprese del comparto industriale in senso stretto (+0,3%), con variazioni positive interessanti specie per i sotto-settori dell’Alimentare-bevande-tabacco, Riparazione e installazione di macchine, Fornitura di energia e gas. Nel terziario, le variazioni sono tutte di segno positivo, con i servizi alle persone che crescono del +3,6%, il settore della finanza e assicurazioni del +2,5% e i servizi di alloggio e ristorazione del +2,4%. Nonostante le difficoltà legate alla contrazione dei consumi, tiene anche il Commercio che vede anzi aumentare di 174 unità (+0,7%) le proprie localizzazioni attive. Restano invece in sofferenza le imprese artigiane, spalmate su più settori, che al terzo trimestre 2014 risultano 19.597 (il 28,8% del totale delle sedi d’impresa provinciali), ancora in calo, del -1,7%, rispetto allo stesso periodo del 2013.

IMPRESE CHE NASCONO, IMPRESE CHE MUOIONO. Tra gennaio e settembre si sono registrate 3.638 iscrizioni di nuove imprese (il settore prediletto risulta il commercio, che copre oltre un quarto delle nuove aperture), a fronte di 3.774 cessazioni (al netto delle cancellazioni d’ufficio), per un saldo negativo di 136 unità, su cui ha inciso il pesante deficit dei primi tre mesi di quest’anno (-643 imprese), laddove nel secondo e terzo trimestre il saldo è tornato positivo (+415 e +92 unità). A paragone con lo stesso arco temporale del 2013, le iscrizioni sono diminuite del -2,3%, ma l’aspetto positivo è che si sono sensibilmente ridotte le cessazioni, cioè le chiusure (-5,1%), in primis nell’agricoltura (-27,6%) ma anche nell’industria (-12,4%): l’emorragia di imprese pare dunque essersi fermata, anche se ora bisogna stimolare la nascita di nuove attività.

DISOCCUPAZIONE. Anche se quella occupazionale rimane una delle maggiori criticità per l’economia italiana in generale, con le preoccupazioni legate soprattutto alla percentuale di giovani alla ricerca di lavoro – anche nel Veneziano il tasso di disoccupazione giovanile tocca il 25% -, pure qui emergono segnali di ripresa. Nel 2014 i dati Istat per il Veneto registrano, come già accennato, un aumento del numero degli occupati (+1% rispetto all’anno precedente), con un tasso di occupazione che sale al 63,8% (era al 63,1% nel secondo trimestre 2013), le persone in cerca di occupazione che diminuiscono del -2,3% e il tasso di disoccupazione che scende al 7,3% (dal 7,5%).

IL TURISMO. Quello turistico si conferma uno dei fattori determinanti per l’economia provinciale. A dispetto della crisi, anche nel 2014 i dati per la provincia di Venezia risultano positivi: nel periodo gennaio-agosto, sono aumentati su base annua (rispetto, cioè, allo stesso periodo del 2013) sia gli arrivi (+1,9%) sia le presenze (+0,3%), e questo nonostante un’estate dal clima decisamente sfavorevole, specie per le località balneari. Positivo anche il dato relativo agli stranieri (arrivi +1,4%, presenze +0,8%), con in testa tedeschi, austriaci, francesi e statunitensi, anche se le entrate turistiche che essi hanno generato nei primi otto mesi del 2014 sono risultate stazionarie (-0,4%), sfiorando i due miliardi di euro. Quanto alla destinazione, il primato va a quella balneare, che accoglie il 49,2% degli arrivi e il 73,7% delle presenze, seguita dalla città l’arte (rispettivamente, 46,4% e 24,5%). La permanenza media si conferma stabile a 4,3 giorni. Con riferimento, invece, alle singole destinazioni della provincia, Venezia centro storico ha accolto il maggior numero di arrivi (il 27,7%), mentre a Cavallino-Treporti spetta il primato in termini di presenze (19,3%). Quasi tutti gli ambiti turistici fanno segnare performance positive, mentre qualche segnale di difficoltà proviene da Bibione, Chioggia e Lido di Venezia.

I TRASPORTI. La crisi continua a farsi sentire per il Porto di Venezia, che ha palesato nei primi nove mesi del 2014 un’ulteriore riduzione di merci movimentate (-12,1%) e, in controtendenza, anche una contrazione dei passeggeri (-5,8%), sebbene questa performance sia stata condizionata dai lavori del Mose alla bocca di porto del Lido che hanno impedito il passaggio delle navi più grandi, dirottate verso il porto di Ravenna. Per quanto attiene il sistema aeroportuale di Venezia (aeroporti Marco Polo di Venezia e Treviso), i dati di Assaeroporti evidenziano per i primi nove mesi dell’anno un aumento del +1% su base annua del traffico passeggeri, nonostante il numero di aeromobili transitati sia diminuito del -4,6% rispetto al peridio gennaio-settembre 2013: in calo anche il traffico cargo, del -0,8%.

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